10 ottobre 2004 - 28a domenica t. ord.

2Re 5,14-17 / 2Tm 2,8-13 / Lc 17,11-19

 

Tornò indietro lodando Dio

(Lc 17,15)

 

Gesù guarisce dieci lebbrosi  in maniera discreta,  mentre sono per strada, quasi per non costringerli a ringraziare! Uno solo torna indietro, lodando Dio, per ringraziare (tra l’altro è un Samaritano, mal visto dai giudei). Gesù conclude, non senza un pizzico di amarezza: tutti sono stati guariti, ma uno solo è stato salvato! La salute fisica è già un bel dono, ma c’è qualcosa che vale di più e per sempre!

La salvezza di Gesù tocca tutto l’uomo; è lo sguardo d’amore del Padre che lo rende capace di vivere e di amare come Lui. La gratitudine verso Dio, fonte di ogni dono e verso il prossimo, non va data per scontata; esprimiamola ogni giorno con qualche parola e gesto significativo.

 

“Questo è il tempo di credere veramente all’amore di Dio per te. Lo facciamo insieme”, mi dice al telefono un’amica, dopo averle comunicato un sospetto tumore al seno. Quindi, calma, capisco che devo rispondere a questo amore, devo essere la prima ad amare, la prima ad accettare questa sofferenza ed essere coraggiosa per amore di quelli che mi amano.

L’esperienza in ospedale è stata ricca di miracoli: trovare subito una stanza, scoprire che il chirurgo è un amico di mio marito, ricevere un trattamento pieno di attenzioni, sentire che le preghiere erano abbondanti, ricevere visite, fiori e amore da parte di tutti.

Tornata a casa l’amore è continuato. Non potendo più lavorare, l’economia della famiglia è drasticamente ridotta, tuttavia non manca nulla: il Padre si è preso cura di noi! Da parte mia devo solo fare la Sua volontà e questo è semplice da dire, ma non sempre da fare. Abituata a una vita attiva sento il peso di rimanere a casa tutto il giorno spesso sola e avvertire tutti gli effetti della chemioterapia. Però l’amore del Padre per me in questo periodo è così forte che non posso non rispondere a Lui:

“Ti voglio bene, Signore, quando al mattino gli esercizi per il mio braccio destro sono troppo dolorosi.

Ti voglio bene quando il cibo sembra diventato di gomma.

Ti voglio bene quando per alzarmi devo chiedere aiuto.

Ti voglio bene quando la nausea mi assale.

Ti voglio bene quando i capelli cadono a ciocche.

Ti voglio bene quando il pensiero della morte mi invade”.

Molte volte ho mancato di amarLo, molte volte sono stata insofferente con gli altri, ma quando il giorno dopo mi sveglio chiedo perdono e ricomincio di nuovo.

Può sembrare assurdo, ma ci sono momenti in cui ringrazio Dio per il mio cancro. Mi è stata offerta la più grande lezione di vita che mi fa diventare una persona paziente, che perdona, che ha la temperanza, la fortezza. Mi insegna a pregare, trasformando tutto in una canzone di lode. Mi porta vicino a Maria Desolata ai piedi della croce, che non ha mai cessato di credere all’amore.

S. A., Italia