17 settembre 2006 - 24a domenica t. ord.

Is 50,5-9a / Gc 2,14-18 / Mc 8,27-35

 

E voi chi dite che io sia?

(Mc 8,29)

 

Ogni discorso che noi ascoltiamo o pronunciamo di Gesù, sentiamo che sono parole vuote finché non diventa “esperienza” di Gesù. E questa la possiamo fare accogliendo le sue parole, che sono parole di vita. E in esse troviamo un Gesù sempre instancabilmente in cammino, un Gesù dal cuore immenso, accogliente e attento. Un Gesù che si commuove davanti alla sofferenza di ogni persona che incontrava; che resta incantato davanti ai gigli del campo, agli uccelli dell’aria e alle magnifiche pietre del tempio. Un Gesù che è tutto misericordia per il peccatore. Un Gesù che dice di essere venuto per i deboli, per i malati, per quelli dal cuore piccolo e meschino come il nostro. Un Gesù che, come dirà san Pietro, passò beneficando e sanando tutto il popolo.

Nella misura in cui accogliamo la sua Parola e la mettiamo in pratica noi faremo “esperienza” di Gesù, cioè non soltanto lo conosceremo con la nostra intelligenza, ma anche con il cuore. Ed anche il nostro cuore sarà come quello dei due discepoli di Emmaus. Diventerà un cuore ardente, capace di testimoniarlo nella vita di ogni giorno.