UN UOMO INTERESSANTE

SI CHIAMA GESU’

   

"La conoscenza di Gesù Cristo" è il bene supremo; tutti, dopo San Paolo, possono ripeterlo all’interno del Cristianesimo. Il nome di Gesù e la sua immagine sono familiari ai più. Molti ricordano frammenti di Vangelo e le principali affermazioni del Credo cristiano. Anzi, sulla scia dei mass-media tantissimi hanno sentito parlare di Gesù, Redentore dell’uomo, ideale posto a base del proprio pontificato dall’attuale pontefice, Giovanni Paolo II. Ma quanti potrebbero rispondere con sicurezza a domande cruciali su Gesù Cristo e sulla sua missione nell’umanità?

Vogliamo, quest’anno, coagulare le tante notizie sparse su Gesù di Nazaret, il Cristo dei credenti, per offrire una conoscenza più chiara e più ricca della sua vita, della sua persona e della sua misteriosa presenza nella storia degli uomini attraverso la sua Chiesa, fatta di coloro che lo hanno "conosciuto", hanno creduto in lui, e che lo seguono.

 

SIAMO SICURI CHE SIA ESISTITO?

Nessuna strada porta il suo nome. Eppure tutti, almeno da noi in Occidente, conoscono il volto di Gesù, il suo viso; lo riconoscono in una statua, in una vetrata, in un’"icona" a motivo della caratteristica barba, dei capelli lunghi "alla nazarena" e la tunica.

Evidentemente sono soprattutto i cristiani che parlano di lui, dato che è il fondatore del cristianesimo. Ma egli appartiene al patrimonio dell’umanità. Milioni di uomini, forse senza saperlo, contano gli anni a partire dalla sua nascita. Chi potrebbe essere sicuro di non aver subito in niente la sua influenza? "Rendere a Cesare quello che è di Cesare", oppure: "Nessuno è profeta in patria"... fanno parte delle nostre espressioni proverbiali; esse provengono dai Vangeli.

Oggi i satelliti usati per le comunicazioni ci subissano di idee e di immagini che provengono da tutto il mondo. Nel nostro pianeta, divenuto un grande supermercato in cui tutte le ideologie vengono proposte insieme, è inevitabile che esse si mescolino. Così molti elementi di origine cristiana, che si riallacciano quindi a Gesù, si ritrovano fuori del cristianesimo, spesso privati di ogni riferimento religioso: la dignità di ogni uomo e del suo destino, l’affermazione che tutti gli uomini sono fratelli e che l’umanità è solidale sia nella salvezza che nella perdizione, una morale che dà la priorità ai più miseri, l’intuizione che la storia ha un senso...

Nello stesso tempo, i cristiani, seguaci di Gesù, subiscono essi stessi ogni sorta di influssi estranei alla loro tradizione. Sono essi capaci di ricuperare tutto ciò che sembra loro appartenere al Vangelo o si fanno assorbire dall’ambiente esterno? In ogni caso sentiamo il bisogno di ridefinire la nostra originalità, la nostra identità, a partire da Gesù stesso.

È in questi termini che si pone oggi la questione di Gesù. Un Gesù di cui i cristiani non sono i "proprietari" esclusivi, ma di cui non bisogna diluirne la personalità, come se ciascuno potesse, a suo piacimento, assicurarsi qualche briciola del suo insegnamento, riferire a Gesù, come sotto una specie di bandiera di comodo, ciò che ha niente a che vedere con ciò che Gesù ha vissuto e detto. Di qui l’importanza di ritornare a Gesù stesso, alla sua originalità e alla sua personalità.

Una prima domanda: all’origine del cristianesimo c’è proprio Gesù, o sono piuttosto i cristiani che hanno inventato Gesù? Siamo proprio sicuri che sia veramente esistito?

 

UN GIORNO IN PALESTINA AVVENNE...

Duemila anni fa in Palestina, sulle sponde del lago di Genezaret, avvenne un fatto che continua anche oggi a far parlare di sé. È apparso un uomo misterioso. Apparentemente non aveva nulla di straordinario: era un povero artigiano come tanti altri, che si guadagnava il pane lavorando dalla mattina alla sera nella sua piccola bottega. Onesto e buono, viveva senza rumore tra quelli del suo paese, mescolandosi ad essi nei giorni di festa e partecipando ai loro dolori e alle loro gioie. Aveva una casetta nella quale visse per trent’anni. Il giorno in cui lasciò la madre ed entrò nella vita pubblica, provò l’amarezza che prova ogni figlio nel lasciare la sua casa e iniziare una vita nuova.

Amava le cose semplici: le pecore, i pastori, i filari delle viti, i grappoli d’uva, le spighe, le barche, il sorriso dei bimbi. Le folle rimaneva colpite dalla sua parola. Era saggio. Gli scribi, al sentire i suoi discorsi, dissero: "Nessuno ha mai parlato come costui!". Era buono tanto che i peccatori e i perseguitati andavano da lui. Amava gli uomini fino a piangere sulla tomba dell’amico Lazzaro e a commuoversi dinanzi a una madre che piangeva per la morte del suo unico figlio. Fu odiato dai potenti e insultato da coloro che aveva beneficato. Fu citato in tribunale e condannato da chi lo sapeva innocente. Morì a 33 anni come un malfattore, in mezzo a due ladroni, abbandonato anche dagli amici più cari.

Si chiamava Gesù: la persona più amata e più odiata che mai sia comparsa sulla terra. La sua venuta nel mondo ha aperto una breccia nella storia dell’umanità. Un fatto strano. All’apparenza sembra che pochi si interessino di quest’uomo Gesù. Eppure egli risulta il personaggio più interessante della storia. Recenti sondaggi d’opinione hanno mostrato che 75 italiani su cento, anche oggi, la pensano così. La sua biografia è un oceano. Nel secolo scorso a lui sono stati dedicati circa 62 mila volumi. Ogni parola da lui pronunciata è stata passata al vaglio migliaia di volte. Fra i testi di ogni tempo e paese, quelli più studiati sono stati i "Vangeli". La sua storia si svolse in Palestina ai tempi di Cesare Augusto e Tiberio, imperatori romani.

 

MA CHI ERA COSTUI?

Si è sempre detto che i morti sono morti per sempre. Ma per Gesù non fu così. Infatti, dopo essere stato tre giorni nel sepolcro, risuscitò. Ai suoi apostoli aveva preannunciato più volte durante la vita: "Il Figlio dell’uomo dovrà molto soffrire, sarà condannato e messo a morte, ma il terzo giorno risusciterà".

Ma chi è quest’uomo? Ripetutamente egli si è proclamato Figlio di Dio. Dio Padre lo ha confermato nel famoso episodio della trasfigurazione: "Questo è il mio Figlio diletto. Ascoltatelo!". La gente si chiedeva meravigliata: "Ma chi è costui? Non si sono mai viste cose simili... Che egli sia veramente il Messia"?

Gesù nacque e visse in Palestina, che per questo è chiamata "terra santa". Oggi questo appellativo sembra una presa in giro, percorsa com’è da fremiti di odio e di guerra. Ma nei disegni di Dio questa terra fu scelta ad essere la terra del Salvatore. Esistono altri luoghi sacri famosi che la gente va a visitare per sentirsi più vicina a Dio. Ma c’è una sola "Terra santa"! Dal Cenacolo al Getsemani, al Santo Sepolcro, al monte delle Beatitudini... È un grande mistero che, attraverso la persona di Gesù, la Palestina sia stata destinata ad essere il luogo dove Dio si è manifestato. Ogni cosa richiama qualche insegnamento, qualche parabola di Gesù.

 

PERCHÈ RIVOLGERE L’ATTENZIONE A GESÙ

Gesù è vissuto duemila anni fa. Perché dovremmo desiderare, dopo tanti secoli, di esaminare la vita di un uomo che visse in un’epoca così diversa dalla nostra?

Gesù ha avuto un fortissimo influsso sul mondo ed è presente ancora fra noi. importante che ci occupiamo dell’uomo che ha cambiato tante cose del nostro mondo. Egli parlò dei pericoli della violenza, della responsabilità verso i poveri, delle tasse da pagare. La gente aveva bisogno di una guida in queste controversie al suo tempo, così come ne ha bisogno oggi.

Andando più in profondità, gli uomini si sono chiesti per migliaia di anni quale sia il senso della vita e della morte: "La vita ha un significato?", "succede qualcosa dopo la morte?". Le sue risposte hanno soddisfatto le esigenze degli uomini. Perché non provare anche noi a ricercare una risposta seria a questi interrogativi nella persona e nel messaggio evangelico di Gesù?

 

I QUATTRO VANGELI

Le nostre principali fonti di conoscenza di Gesù sono quattro diversi racconti scritti, conosciuti come "Vangeli" o storie recanti "la buona novella". Perché quattro diversi racconti della vita di Gesù? Non bastava uno solo? Il vantaggio di avere quattro Vangeli è che ci danno quattro diverse angolature della vita di Gesù. Queste testimonianze sono diverse nei dettagli, ma fondamentalmente riportano lo stesso evento e insieme danno una visione più completa delle parole, dei gesti, degli atti e della persona di Gesù.

Ogni scrittore dà la sua impronta caratteristica al racconto. Marco fu il primo a scrivere, forse basandosi sulle informazioni fornite dall’apostolo Pietro; il suo vangelo è vivo e dinamico. Matteo e Luca utilizzarono molto del materiale di Marco, elaborandolo e aggiungendo altro materiale utile ai loro interessi specifici. Matteo voleva dimostrare come Gesù avesse adempiuto le profezie dell’Antico testamento; Luca voleva rispondere alle domande e ai dubbi di quelli che desideravano seriamente conoscere Gesù. Giovanni invece seleziona il materiale per mettere in risalto il significato più profondo della venuta di Cristo. Fondamentalmente tutti mirano allo stesso fine. Giovanni così lo descrive:

 Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro. Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome. (Gv 20, 30-31)

  

LE DATE

È possibile che gli storici si mettano d’accordo sulle date che riguardano Gesù? La data più comunemente ammessa per la crocifissione di Gesù, secondo il Vangelo di Giovanni, è venerdì 7 aprile dell’anno 30. Altri danno la preferenza alla cronologia degli altri Vangeli e parlano del 27 aprile dell’anno 31.

L’inizio del ministero di Gesù è fissato da Luca nell’anno 15 dell’impero di Tiberio Cesare (Lc 3,1). Cosa che porterebbe la data agli anni 27-28. La vita pubblica di Gesù sarebbe durata così due o tre anni, cosa che corrisponde perfettamente alle feste pasquali menzionate da Giovanni.

Quanto alla nascita di Gesù, la cui data è più difficile stabilire con precisione, Matteo la pone prima della morte di Erode il Grande (morto nell’anno 4 dell’era cristiana). Il che orienta per lo più gli storici sull’anno 746 e 747 dalla fondazione di Roma, cioè 6 o 7 anni prima dell’era cristiana. Luca (3,23) dice poi che Gesù aveva circa 30 anni all’inizio del suo ministero.

Si sa che la data del 25 dicembre fu scelta per motivi di simbolismo: si voleva celebrare il Natale nel giorno del solstizio di inverno, al posto della festa pagana del "Sole Invitto".

 

LA TRADIZIONE DEI DISCEPOLI

Gesù, dunque, non può essere sradicato dalla storia. Nessuno oggi ne mette in dubbio l’esistenza, e gli storici di ogni credo sono d’accordo su alcuni elementi salienti della sua vita. Ciò è importante per i suoi discepoli, che si sono sempre rifiutati di considerare il Cristianesimo soltanto un insieme di idee, di dottrine e di precetti: per loro essere cristiani è, soprattutto, seguire qualcuno, questo Gesù Cristo, nel quale essi riconoscono la presenza di Dio nella nostra storia.

Anche per questo, ciò che essi diranno di lui sarà sempre più importante dei vari punti di accordo fra gli storici. Si tratta di ciò che essi chiameranno tradizione, come la si trova già nei primi scritti cristiani. Dato che Gesù è vivo, parlare di lui non è soltanto raccontare un passato trascorso, ma è spiegare come oggi la sua vita svegli in noi la vita.

 

 

CI SARÀ POSTO

PER GESÙ

A NATALE?

 

° "La conoscenza di Gesù Cristo" è il bene supremo; tutti, dopo San Paolo, possono ripeterlo all’interno del Cristianesimo. Il nome di Gesù e la sua immagine sono familiari ai più. Molti ricordano frammenti di Vangelo e le principali affermazioni del Credo cristiano. Anzi, sulla scia dei mass-media tantissimi hanno sentito parlare di Gesù, Redentore dell’uomo, ideale posto a base del proprio pontificato dall’attuale pontefice, Giovanni Paolo II. Ma quanti potrebbero rispondere con sicurezza a domande cruciali su Gesù Cristo e sulla sua missione nell’umanità?

° Vogliamo raccogliere le tante notizie sparse su Gesù di Nazaret, il Cristo dei credenti, per avere una conoscenza più chiara e più ricca della sua vita, della sua persona e della sua misteriosa presenza nella storia degli uomini attraverso la sua Chiesa, fatta di coloro che lo hanno "conosciuto", hanno creduto in lui, e che lo seguono.

° Nessuna strada porta il suo nome. Eppure tutti, almeno da noi in Occidente, conoscono il volto di Gesù, il suo viso; lo riconoscono in una statua, in una vetrata, in un’"icona" a motivo della caratteristica barba, dei capelli lunghi "alla nazarena" e la tunica. Evidentemente sono soprattutto i cristiani che parlano di lui, dato che è il fondatore del cristianesimo. Ma egli appartiene al patrimonio dell’umanità. Milioni di uomini, forse senza saperlo, contano gli anni a partire dalla sua nascita.

° A Betlemme, un villaggio della Giudea, situato a 7 Km. da Gerusalemme, proprio in quel tempo nacque Gesù. I suoi genitori si trovavano lì per obbedire ad un editto dell’imperatore Cesare Augusto, che aveva voluto fare il censimento della popolazione del suo impero, ordinando a tutti i sudditi di ritornare al paese di origine, per dare le proprie generalità. Giuseppe e Maria che abitavano a Nazaret dovettero trasferirsi dalla Galilea alla Giudea, precisamente al paese natale di Giuseppe, che era Betlemme. Qui si compì per Maria quanto le era stato predetto dall’angelo Gabriele nella sua casetta di Nazaret.

° Gesù nacque e visse in Palestina, che per questo è chiamata "terra santa". Oggi questo appellativo sembra una presa in giro, percorsa com’è da fremiti di odio e di guerra. Ma nei disegni di Dio questa terra fu scelta ad essere la terra del Salvatore. Esistono altri luoghi sacri famosi che la gente va a visitare per sentirsi più vicina a Dio. Ma c’è una sola "Terra santa"! Dal Cenacolo al Getsemani, al Santo Sepolcro, al monte delle Beatitudini... È un grande mistero che, attraverso la persona di Gesù, la Palestina sia stata destinata ad essere il luogo dove Dio si è manifestato. Ogni cosa richiama qualche insegnamento, qualche parabola di Gesù.

° Le nostre principali fonti di conoscenza di Gesù sono quattro diversi racconti scritti, conosciuti come "Vangeli" o storie recanti "la buona novella". Perché quattro diversi racconti della vita di Gesù? Non bastava uno solo? Il vantaggio di avere quattro Vangeli è che ci danno quattro diverse angolature della vita di Gesù. Queste testimonianze sono diverse nei dettagli, ma fondamentalmente riportano lo stesso evento e insieme danno una visione più completa delle parole, dei gesti, degli atti e della persona di Gesù.

° Ogni scrittore dà la sua impronta caratteristica al racconto. Marco fu il primo a scrivere, forse basandosi sulle informazioni fornite dall’apostolo Pietro; il suo vangelo è vivo e dinamico. Matteo e Luca utilizzarono molto del materiale di Marco, elaborandolo e aggiungendo altro materiale utile ai loro interessi specifici. Matteo voleva dimostrare come Gesù avesse adempiuto le profezie dell’Antico testamento; Luca voleva rispondere alle domande e ai dubbi di quelli che desideravano seriamente conoscere Gesù. Giovanni invece seleziona il materiale per mettere in risalto il significato più profondo della venuta di Cristo. Fondamentalmente tutti mirano allo stesso fine.

° Gli scrittori del nuovo testamento considerano la nascita di Gesù come un evento straordinario nella storia dell’uomo. Perché?

° La nascita di Gesù è una meravigliosa dimostrazione dell’amore di Dio per l’umanità. San Matteo dà a Gesù il nome di "Emanuele", che significa "Dio con noi". Dio venne nella persona di Gesù per farsi solidale con noi. Venne a vivere in mezzo a noi per condividere le nostre gioie e le nostre sofferenze e infine per dare una risposta, con la sua morte e risurrezione, al nostro bisogno di liberazione e di salvezza.

° Questa visione di un Dio che vuole essere coinvolto nella vita degli uomini è diversa da ogni altra visione di Dio. Le divinità dell’antichità non avevano sentimenti, non si interessavano al mondo e alla sua sofferenza. Gesù è un Dio che vive nella realtà della vita umana, gioiosa o dolorosa che sia. Anzi è proprio venuto a dare una prospettiva tutta nuova di fronte alle tante domande che gli uomini si pongono e a cui non sanno dare una risposta.

° Gesù è venuto non solo per conoscere la vita degli uomini: è venuto per salvare, attraverso la sua vita e la sua morte, l’umanità da tutte le forme di schiavitù, per aprirlo ad una nuova vita.

 

Il volto

della pace

 

Ho cercato il tuo volto

nel roveto ardente, sulla montagna,

nella brezza del vento,

tra le fessure delle rocce.

E tu ti sei mostrato di schiena

e con il volto coperto.

 

A Natale,

tu assumi un volto:

il volto di un neonato che invita a nascere,

il volto di un bambino che fa crescere,

il volto di un Figlio che rivela il Padre,

il volto di un povero che colma di ricchezze,

il volto della pace che grida al mondo "Mai più guerra".