L’ANNUNCIO DEL REGNO DI DIO

 

Cafarnao: culla del Vangelo

Ai tempi di Gesù Cafarnao era una ridente città sulla riva nord-occidentale del lago di Genezareth, punto di passaggio delle grandi vie che conducevano da Damasco al mare Mediterraneo. L’attivo commercio e la bellezza del luogo, facevano affluire ad essa molta gente, in genere pagana. I suoi abitanti, abili negli affari, godevano fama di essere poco dediti alle pratiche religiose; ma era gente aperta, senza pregiudizi. Gesù la scelse come sua "seconda patria", probabilmente anche perché qui il suo messaggio avrebbe potuto avere una risonanza molto più vasta. Quando veniva in Galilea egli prendeva dimora in Cafarnao, nella casa di Pietro, messagli a disposizione dall’apostolo. Di essa, in questi ultimi tempi si sono trovati resti preziosi. Doveva essere un’umile casa di pescatori, con un cortiletto davanti, chiuso da un muricciolo, tipicamente palestinese, bassa, con una grande stanza al pian terreno e uno stanzino; sopra, un terrazzo e una camera. Ma le cose dette e operate da Gesù tra quelle povere mura, furono tali da rivoluzionare il mondo. Nella città di Cafarnao Gesù svelò verità talmente nuove e sorprendenti, che non cesseranno mai di stupire: manifestò la sua divinità, perdonando i peccati al paralitico e guarendolo da ogni sua infermità; rivelò il disegno d’amore del Padre con la promessa dell’Eucaristia. Qui operò il maggior numero dei suoi miracoli e tra essi alcuni fra i più strepitosi. Da qui Gesù incominciò la sua predicazione, annunciando al mondo la Buona Novella che egli era venuto a portare agli uomini: "I tempi sono maturi e il Regno di Dio è giunto a voi. Convertitevi dunque e credete al Vangelo che io vengo ad annunciarvi". La speranza dei profeti, diceva, è divenuta realtà.

 

Una predicazione nuova

Gesù riprende il tema di Giovanni Battista, ma lo completa: meglio, lo trasforma. E lo fa con tanta autorità e grazia che la gente accorre ad ascoltarlo meravigliata, entusiasta. Fin da principio tutti capirono che la sua dottrina era completamente nuova, originale. Non assomigliava a quella dei loro rabbini, che rimuginavano cose già dette; egli dava un pane fresco, un cibo sostanzioso elaborato dalle sue stesse mani. Parlava della grande iniziativa di Dio del Padre suo, come egli diceva che a tutti "per mezzo suo" voleva donare il suo amore, offrire il suo perdono; che voleva fare degli uomini suoi figli, liberandoli dalla schiavitù dei loro peccati; che, per quanti credevano in lui e praticavano la sua legge, teneva preparato un regno di gloria e di felicità eterna alla fine di questa vita.

Erano rivelazioni che entusiasmavano e facevano vibrare di commozione il cuore dei suoi ascoltatori. In breve acquistò tale ascendente che bastava si presentasse in piazza o presso la riva del lago, o in qualche altro luogo, per vedersi attorniato e preso in mezzo ad un cerchio di gente desiderosa di sentirlo parlare. Una serie di miracoli accompagnarono l’annuncio della Buona Novella fatto da Gesù, testimoniando che Dio era con lui e veramente era cominciata per il mondo un’era nuova.

 

La pesca miracolosa

Un mattino egli uscì di casa e s’incamminò verso il lago. Su queste rive veniva spesso anche da giovane, perché gli piaceva intrattenersi con la gente semplice, schietta, come sono i pescatori. Si avvicinò ad un gruppo di barche dove alcuni pescatori stavano aggiustando le reti. C’era qualcuno dei suoi discepoli, ma erano mesti. Dai loro occhi stanchi si capiva che la pesca, quella notte, non era andata bene. Gesù si pose a conversare con loro. Intanto giunse altra gente; la folla si accalcava attorno a lui desiderosa di sentire la sua parola. Egli allora, salito su una barca (quella di Pietro) fece cenno di spingerla un po’ al largo e cominciò a parlare loro del regno di Dio. La folla, seduta sulla spiaggia, ascolta.

Quand’ebbe terminato, Pietro si alzò per aiutarlo a scendere, ma Gesù disse: Sali anche tu e spingi al largo la barca che andiamo a pescare. Pietro lo guardò meravigliato. Andar a pescare a quell’ora, quando era già sorto il sole?! Era come buttar le reti al vento. Ma amava tanto il suo Maestro che, saltando in barca disse: "Andiamo" . Veramente, soggiunse poi, abbiamo pescato tutta la notte senza prendere nulla; però sulla tua parola calerò ancora una volta la rete. E giunto al largo, gettò con maestria la rete grande; poi tirò la corda. Sentì che era molto pesante e capì che qualcosa di portentoso stava accadendo. Chiamò il fratello Andrea, Giacomo e Giovanni, facendo capire che aveva bisogno di aiuto. Quelli accorsero immediatamente e il pesce fu riversato nelle barche. Ma era tanto che esse quasi affondavano. Allora Pietro, preso da grande stupore, si gettò ai piedi di Gesù, dicendo: "Scostati da me, Signore, perché sono un uomo peccatore" . Ma Gesù gli disse: Non temere, d’ora in poi ti farò pescatore non più di pesci, ma di nomini. Poi, tratta la barca a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

 

Miracoli a Cafarnao

Il giorno seguente era un sabato e fu per Cafarnao una giornata memorabile, tanti furono i miracoli operati da Gesù.

L’indemoniato guarito - Il primo avvenne alla sinagoga e fu la guarigione di un indemoniato, a tutti noto per le sue stranezze. Una cosa impressionante e allo stesso tempo spettacolare! Gesù compì questo miracolo, per indicare fin dall’inizio qual era lo scopo della sua missione: liberare gli uomini dalla schiavitù di Satana. Quando Gesù, fattosi largo tra la folla, s’avvicinò a quel poveretto, lo spirito immondo che lo possedeva cominciò ad urlare : - Che vuoi tu da noi, Gesù di Nazareth? Sei venuto per rovinarci? So bene chi tu sei: il Santo di Dio. Gesù gli intimò. - Taci ed esci da costui. Lo spirito immondo allora, dopo aver sbattuto il povero infelice contro gli spigoli del muro lo lasciò come morto. E urlando, uscì da lui. La gente assisteva sbigottita. Ma l’uomo balzò in piedi e si mise a parlare come una persona normale. Tutti furono presi da grande paura e si dicevano l’un l’altro: "Chi è mai costui, che comanda con autorità, potenza agli spiriti immondi ed essi gli obbediscono?"

La suocera di Pietro guarita - Il fatto dovette essere capitato circa a mezzogiorno, l’ora in cui hanno termine le funzioni religiose. Gesù lasciata la sinagoga, accompagnato dai suoi discepoli, s’avviò verso la casa di Pietro. Qui trovò che la suocera di costui giaceva a letto, in preda a una forte febbre. Avvicinatosi, dice il Vangelo, la guarì. "Ed ella, alzatasi, si mise a servirli". Giustamente si è detto che nessuna notizia al mondo si diffonde tanto rapidamente, quanto quella che è sorto un soccorritore delle miserie umane. I due miracoli fecero l’effetto di un segnale per tutti i sofferenti, sicché quanti avevano malanni pensavano il modo di poter giungere a lui.

Folle di ammalati accorrono a Gesù - Da tutte le strade della città, folle di gente cominciarono ad accorrere verso la casa di Pietro. In breve davanti all’uscio si fa ressa. Tutti sanno che là dentro c’è Gesù e con lui i suoi amici più intimi: Pietro e il fratello Andrea, Giovanni e il fratello Giacomo, Filippo, Bartolomeo e altri. La gente è impaziente e non vuol perdere l’occasione. Ma è sabato, e finché non tramonta il sole non si possono trasportare gli ammalati.

Sentiamo il Vangelo cosa dice nelle brevi annotazioni dei suoi redattori: - Al calar del sole, tutti coloro che avevano infermi di qualunque genere, li conducevano a lui... La città intera era convenuta davanti alla porta (Mc l, 32). - Ed egli imponendo a ciascuno di loro le mani li guariva (Lc 4,40). - E scacciò anche molti demoni (Mt 8,10). Per primi si mossero i ciechi, gli storpi, i paralitici portati su lettucci o barelle; gli altri portati a spalle od aiutati. Gesù è lì in mezzo a loro. Stende la mano verso un paralitico e lo guarisce. La folla esplode: entusiasmo, meraviglia; gente che grida, gente che piange dalla gioia, gente che implora. Ed egli, passando in mezzo a loro, imponeva le mani a ciascuno e li guariva.

 

Una serata indimenticabile

L’ora intanto si è fatta tarda. La grande folla è tornata a casa, portando gli ammalati. Gesù si è ritirato in casa. Questa per Cafarnao è stata veramente una giornata memorabile! Un alto funzionario della corte di Erode qualche giorno fa incontrò Gesù, a Cana. Era disperato, perché il figlio stava morendo. Si buttò ai piedi di Gesù supplicandolo, e riebbe il figlio sano. Laggiù, vicino al porto e alle panchine deserte, dove veglia una pattuglia di doganieri, si vede il rude palazzo di Levi, un ufficiale di dogana. Un giorno anche lui incontrerà Gesù e diventerà suo discepolo: Matteo, l’evangelista.

 

Il lieto annuncio si allarga

Nel cuore della notte Gesù si alza, scende verso il lago poi infila veloce un sentiero che sale e scompare tra il folto degli ulivi. Ad un certo punto si ferma, stende il mantello sull’erba e prega. Cosa avrà detto al Padre? Un mistero che, almeno in parte, svelerà in seguito ai suoi discepoli. Alle prime luci dell’alba ecco arrivare gente. Sono i discepoli che cercano Gesù. Trovatolo gli dicono: Maestro, tutti ti cercano. Egli risponde loro: - Andiamo altrove, nei villaggi vicini, perché anche là io annunci la parola di Dio. E percorrevano tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando l’evangelo del Regno e sanando ogni malattia e infermità (Mt, cap. 4).

 

 

IL DISCORSO DELLA MONTAGNA

 

La fama di quello che Gesù aveva operato a Cafarnao si sparse in un baleno, anche fuori dei confini della terra d’Israele: un uomo di Dio - si diceva - è comparso a Cafarnao. Una grande moltitudine di popolo accorse da tutta la Giudea e da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e Sidone, per ascoltarlo (Lc, cap. 6).

 

Elezione dei Dodici

Gesù sentì che era necessario avere dei collaboratori, che si fermassero stabilmente con lui e lo aiutassero ad evangelizzare questa folla. Già s’era formato attorno a lui un buon numero di discepoli; non c’era che scegliere. Lo fece dopo una notte passata in preghiera, in intimo colloquio col Padre. Diede appuntamento ai suoi sul monte chiamato "delle Beatitudini", e ne scelse dodici. I loro nomi sono: Simone al quale impose il nome di Pietro; Giacomo di Zebedeo e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanerges, cioè "figli del tuono". Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo. Tommaso, Giacomo di Alfeo, Taddeo, Simone il cananeo, e Giuda Iscariota. Tutta gente semplice, non istruita, ma aperta ad accogliere la parola di Dio. Anche se uno di essi finirà poi per tradirlo.

 

Le Beatitudini

Intanto ai piedi della collina, s’era radunata una gran folla di gente. Era venuta per vederlo, sentirlo, portargli gli ammalati e accostarsi a lui; perché aveva sperimentato che bastava toccarlo e quel tocco aveva la forza di guarire da qualunque male. Al suo comparire fu un grido di gioia. Gesù si avvicinò a loro e risanò gli infermi; poi, fattili sedere, si sedette con loro. Egli nel mezzo; vicino a lui i dodici eletti, poi i discepoli e via via tutti gli altri, come in un anfiteatro. E cominciò a parlare del Regno di Dio, annunciato dai profeti, proclamato da Giovanni il Battista: adesso era arrivato, ed era aperto a tutti coloro che volevano accettarlo ed erano disposti ad entrarvi. A mano a mano che procedeva nel suo dire, la sua predicazione assunse toni imprevisti, sconvolgenti: rivoluzionava tutto ciò che i suoi ascoltatori erano abituati a credere. Era un messaggio completamente nuovo. Essi ritenevano invidiabili i ricchi e i potenti, e disgraziati i poveri che nessuno rispettava e han bisogno di tutto; avevano sempre pensato che niente fosse più bello di vivere una vita tranquilla senza sofferenze, e invece Gesù ripeteva loro che sono prediletti da Dio proprio coloro che soffrono; e non i potenti, ma quelli che si mettono a servizio degli altri; non i conquistatori, ma coloro che si sforzano di mettere pace intorno a se. Diceva :

"Beati i poveri in spirito, perché ad essi appartiene il regno dei cieli". "Beati i miti, perché possederanno la terra". "Beati quelli che piangono, perché saranno consolati". "Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati". "Beati i misericordiosi, perché otterranno misericordia". "Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio". "Beati i fautori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio". "Beati i perseguitati per la giustizia, perché ad essi appartiene il regno dei cieli". "Beati voi quando vi insulteranno e vi perseguiteranno, e falsamente diranno di voi ogni sorta di male per causa mia. Rallegratevi allora ed esultate, perché grande sarà la vostra ricompensa in cielo". (Matteo 5,1-12)

 

Voi siete il sale della terra

Poi la sua voce si alzò di tono, sembrò spaziare al di là della folla che lo ascoltava e disse: "Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame". "Guai a voi che ora ridete, perché sarete tristi e piangerete...". La folla ascoltava attenta: parte entusiasta, parte pensosa. Se esistessero davvero uomini così, che non imprecano ma godono della povertà; che non fanno soprusi ma si mettono al servizio dei più deboli, il mondo cambierebbe aspetto. Ma dove trovarli? Perché qui si trattava di creare delle "creature nuove", capaci di formare un ordine nuovo: una società nuova. E se non ci sono, come farli? Gesù ci aveva pensato. Poco prima aveva creato un gruppo di discepoli, che un giorno egli avrebbe lanciato nel mondo (apostoli) per annunciare a tutti questo suo programma. Intanto invitava i presenti a fare propri i suoi insegnamenti e farsi portatori di essi nei paesi e nelle città in cui stavano per recarsi. Per questo, alla fine delle Beatitudini, soggiunse: Voi siete il sale della terra...: voi che ascoltate queste mie parole. Voi siete la luce del mondo...: voi se le mettete in pratica. - Fate in modo che la vostra luce risplenda davanti agli uomini, affinché glorifichino il Padre vostro che sta nei cieli.

 

La legge antica e la legge nuova

Avete udito che fu detto, continuò Gesù: - Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico. Ma io vi dico: "Amate i vostri nemici e pregate per coloro che vi perseguitano, affinché siate figli del vostro Padre celeste, il quale fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi, e cadere la pioggia sui giusti e sugli ingiusti...

Se voi amate coloro che vi amano, qual merito avete? Non fanno altrettanto anche i pubblicani? E se porgete il saluto soltanto ai vostri amici, che fate di speciale? Non fanno così forse anche i pagani? Modellatevi dunque su quel modello perfetto che è il vostro Padre celeste, se volete essere perfetti". E concluse: "Fate agli altri, tutto quello che volete che essi facciano a voi".

Era veramente un messaggio esplosivo che apriva orizzonti nuovi. Quando Gesù pronunciava queste parole, scoprendo agli uomini la realtà della loro fratellanza universale, a Roma gli schiavi venivano battuti a sangue. Il padrone aveva su di loro diritto di vita e di morte. In forza ai queste parole oggi la schiavitù è finita. Ma quanto cammino resta ancora da fare, perché gli uomini si riconoscano, si amino veramente come fratelli! Il giorno in cui si realizzasse questo insegnamento ai Gesù, sorgerebbe veramente un mondo nuovo: la terra diventerebbe un paradiso!

 

Matteo 5,21-48

Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna.

Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono.

Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.

Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna. E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna.

Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; ma io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno.

Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra

Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.

 

 

LA NUOVA LEGGE

Vangelo di Matteo 5,21-48

Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà
sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al Sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna.

Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono.

Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.

Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna. E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna.

Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; ma io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno.

Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra

Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.

Gesù non è venuto ad abolire la legge, ma a portarla a compimento, a darle quel "di più" che la fa superare come legge e la fa accettare come scelta interiore. Di fatto la giustizia del fariseo si limita all’osservanza degli articoli di legge. La giustizia del cristiano non dipende prima di tutto dalla sua osservanza della legge, ma dal fatto che gli ultimi tempi sono compiuti in Gesù, perché egli per primo è giunto ad obbedire alla legge in comunione con Dio. Cristo stabilisce un nuovo criterio di valutazione morale: l’intenzione personale

 

Il "di più" della nuova legge

È nel cuore che si decide l’atteggiamento più vero e più radicale dell’uomo, è li che bisogna portare l’attenzione e la scelta: questa è la superiore (il "di più") esigenza della legge con la quale Cristo la porta a compimento e a perfezione. Non basta quindi non uccidere: bisogna non adirarsi (Mt 5,21s). Non basta non commettere adulterio: bisogna non desiderare la donna degli altri (Mt 5,27s). Non basta lavarsi le mani prima dei pasti, bisogna "purificare" l’interiore dell’uomo (Mc 7,1-23). Non basta erigere monumenti ai profeti: bisogna non farli tacere uccidendoli (Mt 23,29ss). Non basta dire: "Signore, Signore", ma bisogna "fare la volontà del Padre che è nei cieli" (Mt 7, 21). Non basta dire parole senza fine nella preghiera: bisogna aver fede nella bontà di Dio (Mt 6,7). Non basta il sacrificio, non serve a niente l’atto di culto e l’osservanza dei precetti minori se non si pongono al primo posto nella propria vita morale la giustizia, la misericordia e la fede.

La legge viene imposta all’uomo dall’esterno. Se Gesù si limitasse soltanto a spiritualizzare la legge, il suo sarebbe un perfezionamento incompleto. Il "nuovo" apportato da Cristo è altrove: se Gesù esige un di più la motivazione è in quel "ma io vi dico". Chi impone è Cristo, il quale ne ha dato per primo l’esempio. L’amore ai nemici, la sopportazione della sofferenza e della persecuzione sono resi possibili al cristiano perché è sollecitato e realmente aiutato dall’esemplare che ha davanti. Il cristiano non obbedisce soltanto a una legge, ma si mette sulla scia di Cristo che lo precede e che diventa per lui modello-legge-istanza suprema-forza interiore per il dono dello Spirito (Mt 3,11) premio-amore beatificante.

 

Un passo avanti nella fraternità

Le parole di Gesù invitano il cristiano a qualcosa "di più", a fare un passo avanti nella fraternità. Non basta non uccidere il fratello, occorre rispettarlo, non prenderlo alla leggera, non sentirsi superiore a lui. Si può uccidere con le parole, con un giudizio duro, con un atteggiamento sprezzante. Si può uccidere il fratello relegandolo nell’isolamento, spegnendo il suo entusiasmo e i suoi progetti di bene, non permettendogli di esprimersi liberamente. Gli emarginati, gli anziani dei ricoveri, i deboli mentali, "i lontani" sono uccisi dal nostro crudele disinteresse, dal nostro isolamento, dal nostro dito puntato... Non si può onorare Dio se il fratello è disonorato, perché Dio non è in cielo, ma è in ogni fratello che incontriamo, specialmente nei poveri, nei piccoli, negli umili disprezzati, quelli che noi, a volte, chiamiamo cretini...

 

Un passo avanti nell’amore

L‘amore dell’uomo e della donna non è desiderio e ricerca egoistica della propria soddisfazione. L’amore è volere il bene dell’amato, è incontro libero e liberante. L’attrazione fisica senza amore è segno di una alienazione e immaturità profonda, è la negazione della libertà e della dignità della persona, è un tentativo di distruggere l’altro per farne una cosa, un oggetto. Un amore vero radicato nella totalità della persona si inserisce nell’unica corrente d’amore che è Dio, un Amore che dona il Figlio: un dono totale, perché Cristo ha dato la sua vita per noi. La famiglia deve vivere queste caratteristiche di amore. che la segnano profondamente e ne cementano l’unità. Dono totale. L’amore nel matrimonio o è così o non è nulla. Totale fino a darsi. a sacrificarsi completamente.

 

Un passo avanti nella sincerità

Le parole non sono fatte perché gli uomini se ne servano per ingannarsi a vicenda, ma perché ciascuno di essi porti a conoscenza degli altri il proprio pensiero. Ingannare gli altri significa travisare il segno della parola, farla diventare segno di divisione e di confusione anziché di comunione e di chiarezza. Cristo supera quindi la legge giudaica quando vieta la menzogna in ogni circostanza, rendendo così inutile il giuramento.