LA FEDE HA BISOGNO DI SEGNI

 

Obiettivo

La nostra fede considera spesso "novità" tutto ciò che ha le caratteristiche dello "straordinario". Anche la presenza di Dio e del suo Regno in mezzo a noi è vista sotto questa luce. Questo incontro intende aprire lo sguardo anche ai modi "ordinari" con i quali Dio si fa presente, e tenta soprattutto di riportare la nostra fede a misurarsi sui criteri di Dio per essere in grado di cogliere i segni della sua "presenza" nel mondo.

 

Per introdurci...

° Quali sono i fatti più significativi della vita di Gesù? Come li ricordiamo? Che significato hanno nella nostra esperienza di fede?  

Spesso la nostra attenzione si è soffermata sulle opere prodigiose di Gesù, i miracoli. E forse anche noi abbiamo desiderato che Gesù in persona passasse di nuovo per le nostre strade e ripetesse i prodigi e le guarigioni compiute nella sua terra. Qualche volta abbiamo osato chiedere, con preghiera insistente, la grazia di qualche miracolo vero per familiari o amici oppressi da situazioni di malattia o in condizioni di grave disagio.

Che cosa ha mosso Gesù a compiere i miracoli di cui ci parlano i Vangeli? Vorremmo che il Signore ripetesse anche oggi per noi questi segni del Regno, ma essi sembrano sempre più rari; eppure non possiamo pensare che la potenza del Signore non sia più in grado di "operare segni e prodigi" nella sua Chiesa. Allora:

° è Dio che si è stancato a causa dei nostri peccati?

° oppure è la nostra fede che si è talmente ridotta da essere insignificante?

° o forse i "segni della presenza e dell’amore di Dio" sono presenti tra noi, ma noi siamo diventati ciechi e indifferenti da non vederli? 

 

Alla scuola della Parola

Io verrò e lo curerò... (Mt 8,5-13)

Entrato in Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava: "Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente". Gesù gli rispose: "Io verrò e lo curerò". Ma il centurione riprese: "Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, di soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anch’io, che sono un subalterno, ho soldati sotto di me e dico a uno: "Fa’ questo, ed egli lo fa". All’udire ciò, Gesù ne fu ammirato e disse a quelli che lo seguivano: "In verità vi dico, presso nessuno in Israele ho trovato una fede così grande. Ora vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e sederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori nelle tenebre, ove sarà pianto e stridore di denti. E Gesù disse al centurione: " Va’, e sia fatto secondo la tua fede". In quell’istante il servo guarì.

 

o Tra i molti miracoli narrati da Matteo nel suo Vangelo, vi è questo che ha la caratteristica di essere destinato ad un pagano. E’ un miracolo veramente "gratuito" quello con cui Gesù guarisce il servo di questo soldato; un miracolo nemmeno chiesto, a partire dalla coscienza della propria indegnità. Ma Gesù lo compie ugualmente, sorpreso e ammirato per la fede di questo uomo.

o Questo miracolo dice che l’umanità rinnovata che Gesù è venuto ad inaugurare è per tutti, anche per chi potrebbe sembrarne escluso; è un rinnovamento che esprime la pietà di Dio e che è possibile per chi non pretende nulla, ma è disposto ad accogliere Dio e la sua novità come un dono, di cui nemmeno si sente degno: il Regno (=partecipare dell’amore di Dio che salva) è per i piccoli e per quelli che pensano di non avervi accesso.

o Le parole del centurione suscitano l’ammirazione di Gesù, che commenta che non ha mai visto una fede simile in Israele: e così il centurione sperimenta che la propria umanità può essere risanata a partire dal cuore, dalla sua interiorità: una coscienza che si rinnova e che può riconoscere nella persona di Gesù il Signore.

o Allora la fede del centurione appare un miracolo non meno grande della stessa guarigione del servo: il servo viene risanato nel corpo; il centurione sperimenta che l’incontro con Gesù può risanare la profondità della coscienza; e questa salute interiore è la persona stessa di Gesù; è la possibilità che ci dà di vivere in relazione con Lui, con il Padre e con i fratelli. 

 

Per approfondire il tema

 

"SIGNORE, VORREMMO CHE TU CI FACESSI VEDERE UN SEGNO"

Anche per noi, come per i contemporanei di Gesù, è troppo facile "attaccarci" ai miracoli, attenderci da questi la salvezza portata dal Signore. Sentendo parlare di "segni", pensiamo quasi esclusivamente alle azioni straordinarie compiute dal Cristo.

Sta qui la prima nostra conversione: tra i segni del Regno non possiamo collocare soltanto i miracoli; anche se sono sicuramente importanti per "incontrare" Gesù salvatore. E’ necessario per noi rivedere la nostra idea su Dio, cioè riscoprire innanzitutto non il Gesù dei miracoli, ma il Gesù che in ogni azione compie la salvezza dell’uomo. Per questo non ha smesso di farci giungere dei "segni" perché anche noi possiamo essere aiutati a credere.

 

IL SEGNO DEL BATTESIMO

Il primo segno che ci fa conoscere Gesù e la sua presenza in mezzo a noi è il battesimo al Giordano. Si tratta del Figlio di Dio confuso tra la folla dei peccatori. Il fatto di essere Figlio di Dio, invece di separarlo, lo congiunge ai peccatori. Dio è vicino a chi si riconosce povero e bisognoso di essere salvato. E il Padre conferma questa scelta. Questo è veramente straordinario: il Dio di Gesù Cristo ha scelto di dare suo figlio per condividere, non per condannare; per accogliere i peccatori, non per allontanarli.

 

IL SEGNO DELLE TENTAZIONI

Un altro segno è l’episodio delle tentazioni, cioè il contrasto tra il modo "trionfale" di portare la salvezza (secondo la mentalità proposta da Satana e tipica dell’uomo) e il modo nuovo della "debolezza" di Dio. Gesù rifiuta ogni potere per scegliere l’unica forza di Dio: il dono di sé, la croce. Anche in questo caso il figlio di Dio dà un segno preciso: la sua vita è consegnata alla volontà del Padre, e in questo modo resiste al demonio e imprime alla storia una nuova direzione.

Coloro che seguiranno questa stessa via potranno resistere al maligno e alle sue seduzioni. A volte questa lotta contro il male assume la forma di uno scontro diretto. In questi casi la potenza del Signore si impone con forza: con un comando preciso scaccia i demoni ed essi si allontanano.

 

IL SEGNO DEI MIRACOLI

Solo ora possiamo comprendere il vero significato dei miracoli. Non si tratta di azioni isolate all’interno della vita di Gesù e tanto meno di azioni strabilianti, compiute per ostentare la potenza divina del Messia sulla natura e sul male. Si tratta invece della misericordia di Dio per l’uomo, per l’afflitto, per il peccatore, per l’escluso, per il malato...

A favore di costoro sono compiuti i miracoli: perché sia evidente che il Regno di Dio viene per loro; perché sia chiaro che Dio ama proprio loro. Sono segni del Dio onnipotente... "Onnipotente" perché "può tutto" nell’amare.

 

IL SEGNO DEL PERDONO

Altro segno che manifesta la presenza del Regno di Dio è il perdono concesso ai peccatori. Parecchie persone del suo tempo si sono scandalizzate per il comportamento di Gesù con i peccatori, proprio perché la sua misericordia non aveva confini. Ha perdonato "troppo", ha perdonato tutti, ha perdonato sempre. E, in più, ha fatto festa con loro. Certo, una misericordia infinita, ma non senza verità e chiarezza, non accomodante; anzi, esigente. D’altra parte, senza la certezza assoluta del perdono di Dio, nessun uomo o donna inizierebbe il cammino di conversione.

 

LA COMUNITÀ’ DEI DISCEPOLI

Infine, per dare inizio al nuovo Regno, Gesù inaugura la comunità dei discepoli, e - tra questi - sceglie i Dodici. Questa azione del "radunare", del "chiamare a se", del "convocare" è segno che in Cristo è presente l’opera di Dio il quale nella storia continuamente raccoglie in unità gli uomini di tutte le nazioni per formare di essi l’unica famiglia dei figli di Dio. La Chiesa è proprio l’inizio, il segno storico di questa volontà di Dio di radunare definitivamente ogni uomo senza distinzione di razza o di cultura, di condizione, colore o nazionalità.

 

DOVE SONO I SEGNI DEL REGNO, OGGI

Ora è possibile riprendere la domanda di inizio: i segni del Regno di Dio sono presenti anche oggi nella Chiesa e nel mondo oppure no? E perché?

Ci siamo impegnati a considerare "segni" non solo i miracoli, le azioni straordinarie di Dio e di Cristo. Il primo e più impegnativo segno della presenza di Dio è la sua incarnazione, la scelta di condividere, di dare la vita. All’interno di questa scelta ordinaria compiuta da Dio vanno collocati anche i momenti eccezionali, gli interventi forti di Dio, i miracoli.

Oggi, se vogliamo "vedere" i prodigi operati dal Signore fra di noi, o meglio, se vogliamo vedere Dio "all’opera", dobbiamo orientare il nostro sguardo di fede e i nostri occhi in quella direzione: guardare cioè alle scelte fondamentali ordinarie di Gesù. Dobbiamo guardare là dove ci sono situazioni di sofferenza e di peccato, perché là soprattutto Dio sceglie di "abitare" e di "agire".

Anzi, se vogliamo vedere bene e capire "da dentro", è necessario condividere queste situazioni, starci in mezzo, far proprie le stesse scelte di Dio, per riuscire ad entrare in sintonia con il Suo amore, e capire i Suoi criteri che sono assai diversi dai nostri: "vedremo" quanto è forte la sua debolezza, "constateremo’’ quanto è potente la sua resistenza contro il male, quanto è fedele e "ostinata" la sua volontà di amore e di perdono.

Questa condivisione ci renderà capaci di essere solidali con tutti; e - appunto per questo - "fratelli"! E questa è la Chiesa, cioè la comunità dei discepoli, di coloro che condividono le stesse scelte del Signore.

 

PER LA RIFLESSIONE IN GRUPPO

 

Potrebbe essere utile (per rinnovare la propria conoscenza del Vangelo) formulare un confronto tra quanto abbiamo sempre pensato a proposito dei "segni" di Dio e quanto ci è stato prospettato da questa scheda

° Dove possiamo riconoscere nella nostra vita, all’interno delle nostre tradizioni, l’affiorare di segni che dicono la presenza di Dio e quindi l’importanza della fede?

° E’ possibile oggi riconoscere in certi cristiani una vita di fede che è "significativa" e merita la pena di provare anche noi?

° Dove sono oggi i miracoli? Che cosa consideriamo miracolo nella nostra vita?

 

Invito a meditare la Parola di Dio

Si possono meditare i numerosi miracoli riportati dal Vangelo, che vengono presentati attraverso le invocazioni con cui si rivolgono a Gesù coloro che gli chiedono il miracolo. Sarà facile constatare che chi riceve il miracolo è chi si rivolge al Signore con cuore da povero; che la fede è la condizione del miracolo e che la fede stessa appare, alcune volte, il vero miracolo. 

 

PREGHIERA

Dio, nostro Padre, tu hai voluto che la forza del tuo Spirito ci guidasse qui per cercare Gesù. Ti ringraziamo per la misericordia con cui fai sempre nuova la nostra vita. Concedici di prendere coscienza del male che ci tiene lontani da Te e rende meno libera la nostra vita, facci sperare nella Tua salvezza, continua a guarirci con la forza del Tuo amore. Amen