La rivoluzione delle beatitudini

Beati i poveri di spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che soffrono, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché possederanno la terra.
Beati gli affamati e gli assetati di giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché otterranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati i costruttori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.

A questo punto voi gen, che sapete come la pensa il mondo, capite subito che questo era un linguaggio sconvolgente al quale nessuno era ancora abituato. Chi mai aveva detto «beati» ai poveri, agli affamati, a quelli che soffrono... «disgraziati» semmai, perché mancano di tutto e nessuno li considera. Eppure proprio questi sono i «beati». Questa è la rivoluzione portata da Gesù e seguirlo vuol dire andare contro corrente.

BEATI I POVERI DI SPIRITO,
PERCHÉ DI ESSI E' IL REGNO DEI CIELI

Il mondo dice beati ai ricchi e Gesù dice beati ai poveri, anzi ai ricchi dice addirittura: guai a voi, perché avete già la vostra ricompensa .

Infatti se un ragazzo ha le tasche piene di soldi pensa continuamente a che cosa comprarsi, a come avere di più dei suoi compagni e vuole che tutti lo ammirino La superbia cresce e il suo cuore si fa sempre più insensibile alla voce di Dio ed è quasi inevitabile che gli succeda come al giovane ricco del Vangelo che, pure essendo chiamato da Gesù in persona, non ce l'ha fatta a seguirlo, perché era troppo attaccato ai suoi beni.

Chi è povero, invece, non cade nell'imbroglio di credersi autosufficiente ma trovandosi spesso nel bisogno mette la sua speranza in Dio, si affida a Lui e piano piano si accorge che non solo ottiene quello che chiede, ma comincia a sentire che Dio gli è vicino, anzi è diventato il suo amico onnipotente, col quale ormai fa ogni cosa e non si sente più povero, ma ricco e sicuro. Tanti cristiani - i santi ad esempio e oggi anche tanti gen - hanno capito che per possedere Dio non solo non è una disgrazia la povertà che si accetta con amore, ma conviene farsi poveri, cioè staccarsi dalle troppe comodità e ricchezze che riempiono così tanto il cuore da non lasciare più posto a Dio. Il giovane Francesco d'Assisi, per esempio, è stato uno di questi. Egli comprendendo bene che le ricchezze del padre, le gozzoviglie in cui sperperava i soldi con gli amici, gli impedivano di possedere la vera felicità, dette ai poveri tutto quanto possedeva per vivere povero e libero come un uccello. E Dio divenne la sua ricchezza, e traboccante di gioia, il suo cuore gridava: «Mio Dio, mio tutto »! E mai avrebbe cambiato la sua povertà con le ricchezze dei principi. E anche a noi gen non succede di avere la gioia proprio quando abbiamo messo in comune le nostre cose? Allora tra noi non c'è più chi manca del necessario, tutti abbiamo ciò che ci serve e il regno dei cieli è tra noi.

BEATI QUELLI CHE SOFFRONO,
PERCHÉ SARANNO CONSOLATI

Anche se abbiamo poca esperienza della vita ci accorgiamo che c'è tanto dolore. È morta una persona cara, un ragazzo giace in un letto di ospedale, in tante famiglie manca l'amore, un imprevisto costringe a rinunciare a tanti sogni, c'è chi è triste e solo. Il mondo ti dice fuggi da tutti questi per non soffrire anche tu. Gesù invece dice che proprio loro sono i beati, i preferiti, perché lui stesso li consolerà. Gesù stesso che era Dio e non avrebbe dovuto soffrire per nulla, ha voluto patire, piangere e perfino morire per mostrarci come lui considera il dolore. Allora noi gen non ci lasceremo imbrogliare cercando ad ogni costo giochi e divertimenti o solo quello che ci piace per aver sempre soltanto da godere, perché noi sappiamo che Gesù ha detto: «Guai a voi che ora ridete, perché piangerete». Infatti tutte le gioie della terra finiscono e se nel dolore non avessimo la consolazione di Dio potremmo anche disperarci invece di offrire la nostra sofferenza come ha fatto Paolo Chung, gen della Corea, che dall'ospedale scriveva alla mamma: «Con la malattia e il dolore ho sentito profondamente che sono vicinissimo a Dio». E Cielo, una gen di Genova: «Il mondo non vuole saperne del dolore. Perciò lo sfugge e lo vuole dimenticare. Eppure il dolore è il canale della vera felicita ».

BEATI I MITI
PERCHÉ POSSEDERANNO LA TERRA

Con tutte le violenze, rapine, atti terroristici compiuti anche da ragazzi di cui ogni giorno si parla alla TV, noi gen sentiamo che è necessario mettersi decisamente sulla strada opposta: quella dei miti dei quali parla Gesù. Essi anche quando ricevono qualche torto non si lasciano trascinare dall'ira, non passano subito alla vendetta, ma vincono il male con il bene. Essi sanno che qualsiasi violenza ed oppressione va contro Dio, e perciò la ripudiano e piuttosto sopportano con pazienza lasciando a Dio mettere le cose a posto. Questa è stata la caratteristica di Gesù che era mite e umile di cuore, ed ha sopportato le calunnie e le offese senza ribellarsi per amore nostro, ed è stata anche la caratteristica di tanti dei primi cristiani che hanno portato la fede di Cristo proprio tra i loro persecutori, vincendoli con la dolcezza: « Non ti temo, ma ti amo », dicevano a volte ai loro carnefici.

BEATI QUELLI CHE HANNO FAME E SETE Dl GIUSTIZIA,
PERCHÉ SARANNO SAZIATI

Oggi si parla tanto di giustizia, ma stiamo attenti perché la vera giustizia è: amare Dio e amare il prossimo: Dio perché ci ha dato tutto per amore e perciò a Lui noi dobbiamo dare tutto, cuore, mente, forze, gli uomini perché sono nostri fratelli. Quelli che hanno fame e sete di giustizia sono coloro che non si danno pace finché nel mondo non ci sarà la vera giustizia, cioè fino a che Dio non sarà amato sopra ogni cosa e gli uomini non si ameranno fra loro. E poi, gen, saremo anche saziati perché ci verrà il centuplo da Dio in case, fratelli, beni, come è successo ai santi che più donavano tutto a Dio e dividevano i loro beni con i fratelli e con i poveri più arrivava la provvidenza e intorno a loro ciascuno aveva il pane da mangiare e la gioia di Dio.

BEATI I MISERICORDIOSI,
PERCHÉ OTTERRANNO MISERICORDIA

Nella nostra società ci sono tanti «emarginati», persone che sono escluse dalla società, eppure si parla moltissimo di uguaglianza fra tutti gli uomini. Ma chi è in realtà che ama ed è amico sincero dei poveri, dei peccatori pentiti, dei disgraziati come fossero belli, senza colpa e fortunati, uguali a tutti gi altri? E chi si dimentica le colpe e perdona le offese ricevute? I santi, quelli sì che si sono comportati così, ma perché hanno capito la lezione di Gesù e sono andati contro corrente, sono andati tra i lebbrosi fino ad ammalarsi come loro (vedi P. Damiano), tra gli emigrati a dividere i loro terribili disagi (come Francesca Cabrini), tra i carcerati (Cafasso) o addirittura si sono sostituiti di persona agli schiavi per liberarli, come facevano i Mercedari, quando non avevano abbastanza elemosina per pagare il riscatto. Insomma i misericordiosi, ai quali Gesù dice beati, sono quelli che aprono il cuore a tutti i bisognosi e ai peccatori con le opere di misericordia e col perdono come ha fatto Lui, che ha guarito gli ammalati, ha risuscitato il bambino della mamma vedova, ha sempre perdonato perfino quando era sulla croce. Ora proprio riguardo al perdono, Gesù è esigentissimo. Egli ci fa dire perfino nel Padre nostro: . «Perdonaci i nostri debiti, come noi li perdoniamo ai nostri debitori» e quante, quante volte ci ripete: . «Se perdonerete agli uomini, il Padre celeste perdonerà anche a voi».

BEATI I PURI DI CUORE,
PERCHÉ VEDRANNO DI0

Se un ragazzo non ha un cuore sincero, se non vuole fare prima gli interessi di Dio che i propri, se mille cattiverie riempiono il suo cuore, è evidente che non può vedere Dio. Gesù dice beati quelli che hanno il cuore puro, che cioè custodiscono in cuore pensieri di amore, di misericordia, di purezza, di sincerità, di distacco da ciò che fa ostacolo a seguire Gesù e le leggi divine. Guardiamo la Madonna, Lei è la creatura pura di cuore per eccellenza, non c'erano interessi personali in lei , attaccamenti alle cose e neanche ai suoi progetti, ma solo alla volontà di Dio. Ed essa non soltanto ora in paradiso ha la visione di Dio più sublime, ma nella sua vita terrena, Dio ha preso la sua carne da lei ed hanno vissuto nella stessa casa.

Così tanti santi, tanti ragazzi e ragazze che cercano di tenere il loro cuore puro, sentono chiaramente la vicinanza di Dio.

Non lo vedono con gli occhi, perché Egli è puro spirito, ma riconoscono la sua voce che li guida, il suo amore in quello che succede e nei momenti difficili, godono la gioia della sua compagnia.

BEATI I COSTRUTTORI DI PACE,
PERCHÉ SARANNO CHIAMATI FIGLI DI DIO

Quando Gesù è nato, gli angeli cantavano «pace in terra agli uomini di buona volontà». Quando Gesù ha mandato i discepoli a predicare in tutto il mondo ha comandato loro di annunciare la pace. Certo, perché Gesù è venuto proprio a portare la pace tra gli uomini e Dio che era stata rotta dal peccato originale, a costruire la pace degli uomini fra loro perché ci ha insegnato ad amarci gli uni gli altri come Lui ci ha amato.

Gesù dunque chiama beati quelli che si mettono in pace con Dio passando dall'uomo vecchio all'uomo nuovo e poi si mettono, fianco a lui, per diffondere il perdono e l'amore dovunque c'è la discordia. I gen sanno che Gesù vuole la pace fra tutti gli uomini, anzi, che Lui vuole che siamo addirittura una cosa sola. Allora chi più di un gen sarà costruttore di pace dovunque si trova! Quando due compagni litigano, quando due famiglie non parlano più tra loro, essi trovano una scusa per mettere in moto la carità. Ora capite bene gen, che dei ragazzi che si comportano così, come dei piccoli Gesù, non possono che essere chiamati dal Padre celeste «Figli di Dio» con immenso amore.

BEATI I PERSEGUITATI A CAUSA DELLA GIUSTIZIA,
PERCHÉ Dl ESSI E' IL REGNO DEI CIELI

Qui Gesù dice chiaramente che chi vive fedele alle leggi di Dio, cioè nella giustizia, viene perseguitato, ma per questo non si deve scoraggiare, perché così si conquista il regno dei cieli. Infatti chi è dalla parte di Dio non può essere stimato anche dai nemici di Dio. Essi lo disprezzano e lo combattono perché il suo comportamento va contro corrente ed è di rimprovero per la loro coscienza. Noi gen questo lo vediamo qualche volta anche nella nostra famiglia e poi continuamente lo vediamo a scuola dove c'è chi ci prende in giro perché non rispondiamo con un pugno più forte o non partecipiamo ad un discorso cattivo o diciamo la verità anche se non ci conviene. Eppure o ci comportiamo così o non siamo gen, non siamo cristiani, perché non si può servire a due padroni. Tommaso Moro, ad esempio, non volle riconoscere che il nuovo matrimonio del re d'Inghilterra era secondo Dio, perché il re era già sposato e per questo fu condannato. Ma chi prima di tutti è stato perseguitato, trascinato in tribunale e infine condannato e ucciso? Gesù.

Gesù, dopo aver detto dunque a quelle 5.000 persone che lo ascoltavano, chi sono i beati, chi sono i suoi prediletti e aver con ciò rovesciato il modo di pensare del mondo, si è rivolto ai suoi apostoli. Gesù sapeva quanti ostacoli avrebbero incontrato, quante calunnie e sofferenze per annunciare queste cose in tutto il mondo. E allora pieno di amore dice loro:


BEATI SARETE VOI, QUANDO VI DISPREZZERANNO
E DIRANNO OGNI MALE, FALSAMENTE,
CONTRO Dl VOI, PER CAUSA MIA.
RALLEGRATEVI ED ESULTATE
PERCHÉ GRANDE E' LA VOSTRA RICOMPENSA NEI CIELI

Ecco qua gen, ancora pane per i nostri denti Gen è una rivoluzione? Sì. E allora quello che Gesù dice ai suoi apostoli, lo dice anche a noi: abbiamo scelto di seguire Gesù e di farlo conoscere, bisogna che ci aspettiamo il disprezzo, la calunnia, gli insulti di quelli che non amano e non conoscono Dio. Ma avremo anche da rallegrarci e da esultare. Negli Atti è detto che gli apostoli, dopo essere stati condotti in tribunale, offesi e picchiati perché avevano annunciato che Gesù era risorto, uscirono fuori tutti contenti di essere stati degni di patire per Gesù e cominciarono subito a predicare di nuovo.

Così anche noi non ci facciamo abbattere né fermare, ma contenti di poter offrire qualche umiliazione o sofferenza per testimoniare il nome di Gesù, andiamo avanti, come Massimiliano Kolbe che ad ogni percossa dei suoi persecutori inferociti rispondeva: «Ci credo credo più che mai». E poi ai compagni di carcere che piangevano di compassione per lui: «Non piangete, anzi rallegratevi». Ed ora, gen, per ricordarci con un'idea sola tutto quello che Gesù ci ha detto, basta che pensiamo ad una unica sola cosa: seguire Gesù, fare come ha fatto Lui. Lui ha voluto essere povero per arricchirci con il suo regno. Ha sofferto come un uomo qualsiasi per consolarci tutti e starci vicino nei dolori. È stato mite perché ha accettato di soffrire e di morire, senza lamentarsi e con immenso amore. Ha avuto fame e sete di giustizia, perché durante tutta la vita ha continuato a insegnare agli uomini ad amare Dio e il prossimo che è nostro fratello. È stato misericordioso verso tutti i bisognosi e peccatori. È stato puro di cuore perché voleva solo la volontà del Padre. È stato costruttore di pace, perché è venuto a mettere gli uomini in pace con Dio e fra di loro. E ancora è stato perseguitato per la giustizia. E tutto questo perché? Perché Gesù ci ama e ci vuol dare la gioia e la consolazione in terra e soprattutto eternamente in paradiso.

SILVANA VERONESI