Decalogo del sacerdote
- È più importante come io vivo da sacerdote, di ciò che
faccio in quanto sacerdote.
- È più importante ciò che fa Cristo attraverso di me,
di quello che faccio io.
- È più importante che io viva l'unità nel presbiterio,
piuttosto che buttarmi a capofitto da solo nel ministero.
- È più importante il servizio della preghiera e della
Parola, di quello delle mense.
- È più importante seguire spiritualmente i collaboratori,
che fare da me e da solo quante più attività possibili.
- È più importante essere presente in pochi ma centrali
settori operativi, con una presenza che irradia vita, che
essere presente ovunque, in fretta e a metà.
- È più importante agire in unità con i collaboratori, che
non da solo, per quanto capace io mi ritenga; ossia, è
più importante la communio che la actio.
- È più importante, perché più feconda, la croce, che
non i risultati spesso apparenti, frutto di doti e di
sforzi umani.
- È più importante avere l'anima aperta sul tutto (comunità, diocesi,
Chiesa universale), che non fissata su interessi particolari
per quanto importanti mi sembrino.
- È più importante che venga testimoniata a tutti la fede,
anziché soddisfare a tutte le usuali pretese.
(Mons. Klaus Hemmerle, vescovo di Aachen, e prof. Wilhelm Breuning
dell'Università di Bonn, in una giornata di studio della Conferenza
Episcopale Tedesca)