EDUCARE OGGI

 

C'è a proposito di chi ha il compito di educare una frase di Gesù che fa pensare e può essere di luce anche nell'educazione che si deve impartire in famiglia. Essa dice: "Uno solo è il vostro Maestro e voi tutti siete fratelli" (Mt. 23,8). Se Gesù è il maestro, un dovere dei genitori cristiani sarà quello di guardare a Lui per imparare come educare.

 

Ma che tipo di educatore era Gesù?

 

 

Alcune annotazioni conclusive

 

"Tutti i genitori incontrano situazioni in cui il comportamento dei figli interferisce con le loro vedute e la loro personalità. In un rapporto - come quello fra genitori e figli - il momento del conflitto coincide con il momento della verità; esso si trasforma in esame dello stato della salute del rapporto che può essere indebolito o rafforzato; è un momento critico che può cagionare risentimenti difficili da dissipare o apprezzamenti impensati. I conflitti possono allontanare le persone o avvicinarle in una unione ancora più intima; essi contengono il seme della distruzione e quello di una unità più consolidata; possono fare esplodere guerre o generare una comprensione reciproca ancora più profonda...Il conflitto non è necessariamente un male: può essere salutare e condurre i vari componenti la famiglia a scoperte e realizzazioni più autentiche e più profonde" (Gordon, Genitori efficaci, ediz. La Meridiana, Molfetta. Cit. da Italiacaritas, n° 5, pg 16-17).

"Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre ed io, angosciati, ti cercavamo (Lc. 2,48). Una frase tolta dalla storia di Maria e Giuseppe.
Una frase tolta dalla storia dell'uomo. Una frase molto "umana" nel suo contenuto. Un rimprovero, ma prima di tutto una manifestazione di sollecitudine. La paternità e la maternità si esprimono proprio in questa sollecitudine.
Ed ecco un'altra frase tolta dalla storia di Giuseppe e di Maria: "Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?" (Lc. 2,49). Queste parole sono state pronunciate da Gesù, ma appartengono alla storia di Maria e di Giuseppe.
Nell'ambito della sollecitudine del padre e della madre si dischiude nell'anima del bambino lo spazio del disegno che proviene da Dio stesso: "io devo occuparmi...".
Beata quella paternità e quella maternità, beato quel genere umano, che restituisce l'uomo a Dio: alla Paternità di Dio stesso" (Giov. Paolo II°, cit. in Un anno insieme, 1987, 20/3).

"Se tra padre e madre c’è tanto affetto reciproco, i figli lo apprenderanno e lo stesso affetto si stabilirà in loro. E se giunge anche per loro il momento di essere genitori, sapranno bene cosa fare e come farlo. Voi, padri e madri, siete gli unici in grado di aiutare i vostri figli a realizzare l’obiettivo fondamentale - amare ed essere amati - per il quale sono stati creati. Insegnate ai vostri figli a condividere: è qualcosa di molto buono e vantaggioso". (Madre Teresa di Calcutta in "Slogans dell’anima", ed. Paoline, pg. 13)

"Dove comincia l’amore? In seno alle stesse famiglie. E come comincia? Pregando insieme. La famiglia che prega unita, resta unita.
E se rimanete uniti, vi amerete mutuamente, così come Gesù ama ognuno dei componenti la famiglia. Per poter amare abbiamo bisogno di un cuore puro: ed abbiamo un cuore puro, se preghiamo. La preghiera è un contatto ed una relazione con Dio: ascoltiamo Dio nei nostri cuori e poi parliamo con Lui dai nostri cuori.
Ma dove nascono questo amore e questa preghiera? Nascono nella famiglia. E se i membri della famiglia restano uniti, si ameranno reciprocamente come Dio li ama individualmente". L’educazione ha anche questa sorgente. (Madre Teresa, in "Slogans dell’anima",ediz.Paoline,pag.101).