LA FIAMMELLA CHE DEVE CRESCERE
Carissimi gen 3, come sapete la nostra è, una rivoluzione divina. Ora, per tutte le rivoluzioni del mondo occorrono mezzi, munizioni e fuoco. Per la nostra, che è una rivoluzione divina, occorre un fuoco divino. E come si chiama questo fuoco. Si chiama amore.
I1 fuoco dell'amore è una cosa preziosissima e necessaria per la nostra rivoluzione. Difatti solo con questo fuoco noi siamo capaci di ammazzare l'uomo vecchio in noi e aiutare gli altri a fare altrettanto. E voi sapete che non si può cambiare il mondo se non facendo vivere solo uomini nuovi.
Ebbene, sapete, gen, quando riceviamo noi questo fuoco? Noi lo riceviamo quando siamo bambini piccolini e cioè quando veniamo battezzati.
E sapete chi ce lo dà ? Ce
lo dà Dio. Egli prende una fiammella del suo stesso amore, di se stesso
che è Amore, e l'accende nell'anima del bambino, mettendovi
dentro tre virtù: la fede, la
speranza, la carità e sette doni. Vi dico due parole intanto
sulla fede, sulla speranza e sulla carità.
Una fede fortissima
Ecco: colla fede noi siamo capaci di credere a cose che non si vedono e sono le più grandi e le più importanti: credere che c'è Dio, uno e trino, che ci sono gli angeli, che c'è anche il diavolo, che c'è l'anima, ecc.; credere insomma a tutto quello che la Chiesa ci insegna a credere.
Ora il gen ha bisogno di una fede fortissima, perché nel mondo in cui vive trova spesso gente che non erede in queste cose. E allora lui deve poterla aiutare a credere. Ricordo una volta che c'era un bambino che non credeva perché di famiglia atea. E io gli ho chiesto: "Perché non credi?". E lui mi ha risposto: "Io credo solo a ciò che tocco e vedo".
Allora gli ho detto: "Credi tu che c'è l'aria?". "SI'", mi ha risposto. "E la vedi?". "No", mi ha detto. Poi gli ho detto: "Ce l'hai tu l'intelligenza?" "SI'". "E la vedi?" "No". "E allora - ho soggiunto - vedi? Ci sono cose, anche in questo mondo, a cui si crede senza vederle". È rimasto sorpreso e colpito. E da quel momento quel bambino ha creduto anche alle verità della fede.
Questo per quanto riguarda la
prima virtù.
Giovani della speranza
Poi c'è la speranza che riceviamo nel battesimo. Sapete cos'è? E' una virtu che ci fa sperare che dopo questa vita ce n'è un'altra e cioè il paradiso per i buoni, l'inferno per i cattivi e il purgatorio per quelli che hanno la fiammella piccola e soffocata un po' dell'uomo vecchio.
Ebbene, ditemi, è giusto forse che ricconi che si divertono tutta la vita e mangiano e si costruiscono grattacieli e hanno soldi e fanno peccati abbiano la stessa sorte, e cioè la morte e basta, come i poveri dell'India, che muoiono di fame e sono magari buoni? No, non è giusto. E allora Dio ci ha pensato e i ricchi attaccati ai loro beni vanno all'inferno e i poveri buoni in Paradiso.
Voi gen dovete essere i
"giovani della speranza", perché con essa sarete sempre
felici e farete felici tutti.
La carità
Poi c'è la virtu della carità, che ci fa amare Dio e il prossimo. Ma di questa non vi parlo. Questa, come sapete, è la vita per un gen. Dei doni che si ricevono assieme a queste tre virtu vi parlerò fra poco.
La fiammella dunque che riceviamo
nel battesimo (con queste virtù e i doni) con l'andar del tempo
incomincia a ingrandirsi e brucia pian piano l'uomo vecchio. E
siccome la fiammella è la vita stessa di Dio data a noi, ci fa
figli di Dio, come Gesù.
L'uomo vecchio in agguato
Naturalmente siccome l'uomo
vecchio è sempre in agguato,
può darsi che con l'andar del tempo questa fiammella diventi
piccola, perché soffocata dall'uomo vecchio, o addirittura si spenga
perché soffocata i da un uomo vecchio grande, che commette
peccati gravi, che procurano la morte della fiammella. Allora c'è
una possibilità per
riaccenderla se spenta o per farla crescere, se è diventata troppo piccola. Questa
possibilità è la confessione di quanto ha fatto l'uomo vecchio
in noi, e noi ci confessiamo dal sacerdote che è Gesù.
Il vincolo dell'unità
Esiste poi un altro mezzo importantissimo perché la fiammella cresca e diventi quasi un incendio: è la comunione. Noi nella comunione ci uniamo addirittura con Gesù nell'Eucarestia, dove c'è il suo corpo, il suo sangue, la sua anima e la sua divinità. Però Gesù non può entrare in una stanza spenta, deve entrare in una stanza già illuminata e calda. I1 suo fuoco deve cadere sul fuoco, cioè su un'anima che ha già la fiammella accesa.
Ebbene, il fuoco della comunione ha tra il resto, un potere straordinario: quello di aiutare i gen a unirsi con tutti gli altri gen, con le altre generazioni che hanno lo stesso Ideale e anche con gli altri cristiani. E per noi gen l'unità è importantissima.
Vi ho parlato fin qui, dunque, di
tre mezzi della nostra rivoluzione: battesimo, confessione e comunione.
Li abbiamo sentiti nominare tante volte, ma sono sicura che non
avevamo capito la loro importanza.
Per cambiare il mondo
Ora ecco un quarto mezzo adattissimo ai gen, se per gen s'intende un ragazzo impegnato, pieno di sprint, che non vuol essere un cristiano mediocre e tiepido, come dicono, un cristiano in pantofole. Questo quarto mezzo è la cresima.
Mediante la cresima un gen diventa un lottatore e un soldato, un testimone, un militante. Egli ha il compito di cambiare il mondo. E, come voi sapete, gran parte del mondo è spenta. Anche quelli che avrebbero la possibilità di caricarsi con questi mezzi spesso li trascurano, non li usano.
I1 gen invece no. Siccome la sua
non è una battaglia umana, ma divina, non confida in se stesso,
ma in Dio e noi mezzi che egli ci dà. Mediante la cresima Dio da
al gen i sette doni, che già gli aveva dato nel battesimo, ma in
grande abbondanza.
Infatti, per fare la
sua battaglia il gen:
1) Deve conoscere il linguaggio del suo Condottiero per capirlo e per seguirlo. Ecco allora che il Signore, col dono dell'INTELLETTO fa capire al gen il Vangelo così com'è, glielo fa leggere senza aver paura della verità.
Per esempio, quando il gen legge
"ama il prossimo tuo come te stesso" capisce che quel "come"
vuol dire "come". Ebbene io vi assicuro che certi, anche grandi,
non hanno capito bene quella frase di Gesù. Credono di dover amare
il prossimo "quasi come se stessi" e non lo amano per
niente.
2) Il gen ha bisogno di conoscere i piani di
Dio su se stesso e sulle persone per
aiutarle ad adempiere il disegno di Dio su di loro. Ebbene,
mediante il dono della SAPIENZA si capisce qualcosa.
Quando un gen, ad esempio, racconta la sua esperienza, spesso gli
si batte le mani, perché c'è sotto qualcosa che la rende
proprio bella e si sente che non è come le storie di questo
mondo. Così, per esempio, ai gen piacciono tutte le esperienze
degli altri gen. Non è soltanto la storia di un uomo o di un ragazzo, ma si sente che è anche la storia di Dio in quell'uomo, in
quel ragazzo. Insomma i gen amano quelle che loro chiamano
"cose belle". Dicono : "Raccontami cose
belle". Il fatto è che il gen gusta e sa dire cose belle.
Questo gustare e saper dire cose belle è proprio dovuto al dono
della sapienza.
3) Il gen ha inoltre ha bisogno
di sentirsi affezionato al suo Condottiero, ed anche a lui che vive
nei suoi fratelli. Ebbene spesse volte il gen sente un desiderio
di andare in chiesa e di pregare Gesù per affidare a lui tutte
le sue cose. Inoltre il gen sa fare una cosa molto importante che
gli altri uomini spesso non sanno fare: sa amare Gesù nel
fratello. Quante esperienze io ho sentito dove i gen raccontano
che hanno visto Gesù nel fratello! Ebbene questo amare Gesù per
se stesso nell'Eucarestia o nel proprio cuore e questo amare Gesù
nel fratello è possibile al gen perché c'è in lui un altro
dono che si chiama PIETÀ.
4) I1 gen inoltre ha bisogno di non lasciarsi imbrogliare dalle cose di questo mondo, anzi di vederle con lo stesso occhio di Dio. Il gen anche senza aver studiato, ve lo assicuro io, possiede una piccola teologia, se egli sa sfruttare un altro dono che ha dentro di sé, che si chiama SCIENZA. Mediante questo dono, per esempio, egli vede come anche la creazione vive in certo modo il Vangelo senza saperlo. Mi ricordo una volta che mi trovavo a riposare su un prato sotto due pini che erano cresciuti molto vicini. Guardando in alto ho visto che le loro chiome si erano disposte in modo da lasciare che tutte e due prendessero ugualmente il sole. In poche parole mi sembrava che si erano amate a vicenda. Vi sarebbero tanti esempi da raccontare, ma li scoprirete voi stessi, se vivrete l'Ideale.
Col dono della scienza, poi, anche ragazzi, giovani che studiano cose sbagliate,
perché ci sono professori che le insegnano, capiscono spesso che quelli
sono errori. E questo è importante oggi nelle scuole dove si
insegnano cose errate.
5) I1 gen inoltre ha bisogno di
essere consigliato interiormente per condurre bene la sua battaglia
e anche per consigliare gli altri. Per questo con la cresima ha
accresciuto il dono che si chiama CONSIGLIO. E' necessarissimo averlo.
Se non lo avesse, sarebbe come un uomo che alla domanda, per esempio:
"Dov'è via Roma?" risponde: "Vada pure al semaforo
e poi giri a destra". E via Roma invece è in un altro
posto. Questo non è un buon consiglio umano. Il gen ha bisogno di possedere il dono di consigliare
bene nelle cose dello spirito se stesso e gli altri. Per esempio
un gen vede la mamma, che conosce l'Ideale, piangere e lui, dopo
aver sofferto con lei, le dice: "Mamma, ti ricordi che
abbiamo scelto Gesù Abbandonato?" Se la mamma dice
"SÌ", quello del gen era un buon consiglio.
6) I1 gen non vuol andar mai
fuori della Volontà di Dio, anzi lui ha paura di offendere Dio. Ebbene,
io conosco un gen il quale la sera, quando i suoi fratelli «
vogliono vedere i programmi della TV per adulti, per timore di andare
contro la Volontà di Dio, va subito a letto e si sente contento.
Questo gen mostra di avere il dono che si chiama TIMOR DI DIO.
7) Finalmente l'ultimo dono: è il dono della FORTEZZA. Ci è dato
da Dio perché un gen da solo non riuscirebbe a farcela, andando
sempre contro corrente nel mondo. Ho udito ultimamente di una
ragazza la quale andava a scuola e aveva un professore
materialista, ma lei gli voleva bene lo stesso. Difatti gli
domandava spesse volte come stava la sua mamma, che sapeva gravemente
ammalata. Sentiva d'altra parte che doveva amarlo anche nella verità.
E a un dato momento, siccome lui diceva che sono vere tutte le
cose materiali e basta, allora lei si è alzata ed ha detto:
"No, professore, a me non bastano solo le cose materiali, io
voglio anche quelle spirituali, come l'amore". I1 professore
è rimasto colpito da questa forza che lei ha avuto e le ha
detto: "Veramente il cristianesimo è la più completa
verità". La ragazza aveva avuto il coraggio di andar contro
il professore col rischio di attirarsi le ostilità e magari
brutti voti. Lo ha potuto fare per il dono della fortezza.
Una generazione di santi
Ecco, gen, quattro grandi mezzi a vostra disposizione: il fuoco del battesimo, la possibilità di alimentarlo c riaccenderlo colla confessione, la comunione vincolo di unità, la cresima con lo Spirito Santo, che ricarica l'anima dei sette doni. Sfruttate, sfruttate le tre virtù e i sette doni.
Ma come dovete fare? Amate! Amando le virtù si ingrandiranno e i doni funzioneranno al massimo.
Per fare città nuove e un mondo nuovo non bastano solo tecnici, scienziati e politici, occorrono sapienti, occorrono santi.
Se la prima generazione ha per
protettore e modello Dio Padre, se la seconda ha il Figlio, la terza
generazione ha lo Spirito Santo, quindi deve essere una generazione
di santi. Solo così il nostro programma non sarà un'utopia, ma
una realtà.
giugno '71