UN IMPRENDITORE NUOVO

PER UNA ECONOMIA NUOVA

di Vera Araujo

L'imprenditore - figura chiave dell'Economia di Comunione - si qualifica soprattutto come un "uomo nuovo" e, come tale, in grado si svolgere la propria attività attingendo dalla spiritualità dell'unità quegli atteggiamenti innovativi che cambiano dal di dentro e in maniera continuativa il suo essere imprenditore. Si tratta di comprendere il proprio agire economico dalla prospettiva dell'amore che porta all'unità, di rivestire le proprie azioni decisioni, iniziative, progetti, di una spinta spirituale e culturale che ha le sue radici nel dono di sé all'altro, agli altri; di ispirarsi nel quadro globale del suo modo di intendere l'attività economica alla cultura del dare, della condivisione e della solidarietà.

Di conseguenza fluiscono atteggiamenti nuovi che "contagiano" gli altri agenti che operano nell'impresa e li coinvolgono in un'avventura carica di creatività e sorprese.

Ecco che allora l'impresa si organizza come una comunità di persone dedita sì alla produzione di beni e servizi, ma dove tutti godono di una fondamentale uguaglianza di essere e di agire, al di là dei ruoli e delle funzioni svolte.

Emerge, di conseguenza, la coscienza effettiva della dignità di ogni lavoratore che impregna di sé la cultura del lavoro da tutti condivisa: in essa trovano posto tutti gli aspetti della vita del lavoratore inclusi la salute, il riposo, lo svago.

Così impostata l'impresa si apre all'esterno in modo diverso. I rapporti con la concorrenza perdono quella veste di "battaglia" perenne di "scontro" frontale e diventano approccio amichevole, collaborazione. Anche la clientela è considerata nei suoi reali bisogni e nelle sue richieste. Ad essa viene offerto un prodotto di qualità e l'impresa è pronta ad aiutarla nelle sue scelte.

Cresce la sensibilità verso l'ambiente. Si tiene presente l'impatto ambientale che può avere la produzione, usando tutti quegli accorgimenti tecnici ed organizzativi atti a salvaguardare l'ambiente.

Viene da sé che l'impresa, così articolata, si sente parte integrante e vitale della comunità politica e della società civile dove opera. Prende parte in modo responsabile alle sue attività e collabora con le sue iniziative.

Nella conduzione dell'azienda l'imprenditore si misura con le leggi vigenti nella società dove opera e, non raramente, non solo compie il suo obbligo di pagare le tasse e di osservare le altre prescrizioni sociali, ma sollecita l'autorità a venire incontro alle nuove esigenze che scaturiscono da questo modo di impostare la vita dell'impresa.

Ritornando alla sua vita interna al momento dei bilanci e del tornaconto finanziario, il profitto accumulato viene versato, con la partecipazione di tutti, per gli scopi previsti: una parte ai bisognosi, una parte per la formazione degli uomini nuovi, una parte per l'incremento dell'impresa.

Molti imprenditori dell'Economia di Comunione avvertono che questi atteggiamenti nuovi se da una parte hanno un impatto sulla società, se incidono realmente sul bene comune, dall'altra parte compiono in loro stessi un processo di cambiamento che possiamo chiamare una vera e propria conversione interiore. Si salda in essi la dimensione personale, privata della vita con la dimensione del lavoro in un atto di unificazione che è sorgente di gioia, di pace di serenità di per sé espansiva a quanti vengono in contatto con loro. Una vera operazione culturale-spirituale foriera di novità benefica per il mondo dell'economia in genere e, per la funzione imprenditoriale in specie.