IL SI’ DELL’UOMO A DIO

chi ama Dio ama anche il suo progetto

 

Un’immagine significativa dell’amicizia e del rapporto di alleanza tra Dio e l’uomo pare raffigurata nel grande dipinto di Michelangelo nella cappella Sistina: Dio tende la mano all’uomo e l’uomo non ritrae la sua.

L’immagine sembra "dire" che Dio è il primo "tu" dell’uomo e che - tra tutte le creature - l’uomo è il primo "tu" di Dio: la sola creatura che Dio ha voluto per sé stessa. "Dio mi ama immensamente", "Dio ti ama immensamente" è la rivelazione che ci fa sentire figli del Padre che sta nei cieli e permette di tracciare e stabilire con Dio Amore un accordo che non si spenga più.

 

 

Il Vangelo dà ad ogni credente una norma essenziale e fondamentale, riassunto di tutto l’insegnamento di Gesù: "Ama Dio con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutte le forze, con tutto te stesso". Tutto il tessuto della vita si svolge all’interno di questo grande ambito: il dialogo tra l’amore che Dio rivolge a ciascuno e la risposta che, per amore, l’uomo dà a Dio.

Anche la preghiera ci suggerisce: "Ti adoro, mio Dio, ti amo con tutto il cuore".

 

Ma come si fa ad amare Dio così?

La risposta è nelle parole di Gesù: "Non chi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio...."

Si può capire che per amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze, occorre fare la sua volontà con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze.

E’ dunque chiaro che amare Dio non consiste in un sentimento, in una impressione o in una sensazione, ma nell’adempire il suo volere: fino a farsi tutt’uno con il suo pensiero su di noi, con l’itinerario che Egli desidera percorriamo, con quanto ha disposto per ciascuno.

 

"La tua fiducia sia riposta nel Signore" dice la Scrittura. Di fronte ad ogni persona si biforcano due strade. Quanti anni può ancora offrire la vita terrena? Quaranta? Trenta? Venti? Mesi? Giorni?... Si può trascorrere questo tempo camminando per la via dei propri gusti, dei propri criteri di scelta o per un cammino scritto dall’amore di Dio per ciascuno.

Se ci si incammina per la strada della volontà di Dio, si è certi che la sua Sapienza ci guida lungo sentieri pensati attimo dopo attimo dal suo Amore, inventati dalla sua fantasia, suggeriti dalla sua provvidenza, che si cura dei singoli e della collettività. E la vita così prende la caratteristica di una linea di luce destinata ad illuminare molti.

 

 

Se la volontà di Dio è quella di un Padre, possiamo senza timore rimetterci a Lui. Egli senz’altro vuole qualsiasi cosa per il nostro bene. Dice S. Caterina: "tutto ciò che Dio vuole o permette è per il nostro bene".

 

 

In questa luce suona strano e fuori posto il tono di malinconica sopportazione (come fosse un cedere a qualcosa di ineluttabile) con cui, da cristiani, di fronte a situazioni difficili, viene detto: "sia fatta la volontà di Dio", come espressione rassegnata o pietista. I figli del Signore, che è Padre, si sforzano di vivere in modo che la volontà di Dio sia la propria, vedendovi ciò che di meglio può capitare: è l’atteggiamento più profondamente umano che esista, perché è attuare ciò che più profondamente soddisfa le proprie aspirazioni. Sappiamo infatti che in essa siamo incamminati in una avventura divina, in parte nota, in parte da scoprire, e componiamo così il disegno di Dio su di noi.

 

In cerca del luogo dove cielo e terra si toccano

Due monaci lessero in un antico volume che all’estremità della terra si trovava un luogo in cui cielo e terra si toccano. Decisero allora di partire per andarlo a cercare e di non tornare fino a quando lo avessero trovato. Peregrinarono così per tuta la terra, affrontando pericoli senza numero, soffrirono tutte le privazioni che un simile pellegrinaggio comporta e tutte le tentazioni che possono stornare un uomo dal suo intento. Avevano letto che doveva esserci, nel punto cercato, una porta a cui bastava picchiare per trovarsi di fronte a Dio. Finalmente trovarono ciò che cercavano, bussarono a quella porta con il cuore tremante di emozione, la videro aprirsi e quando varcarono quella soglia si ritrovarono a casa, nella loro cella. Allora capirono: il luogo in cui cielo e terra si toccano si trova, su questa terra, là dove Dio ci ha posti.

 

Gesù sulla terra è vissuto così.

"Mio cibo è fare la volontà di Colui che mi ha mandato".

"Sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di Colui che mi ha mandato".

"Io faccio sempre le cose che Gli sono gradite".

"Ecco, io vengo... per fare la tua volontà".

 

Se l’anima deve mirare a "far da Gesù" sulla terra e se è la massima aspirazione prestare a Dio la propria umanità per farvi rivivere la vita del Figlio di Dio, occorre fare come Lui che compiva la volontà del Padre ed avere nel cuore e sulla bocca quelle parole che il Vangelo ci riferisce come espressione dell’atteggiamento fondamentale di Gesù.

 

Ci sono molti che hanno lasciato una scia di luce, anche se lontani nel tempo. Chi ricorda i contemporanei di S. Francesco? Di lui però sappiamo che ha lasciato un’impronta che molti ancora oggi seguono ed ammirano. Chi pensa, se non per motivi di studio, ai governanti di Torino nel 1800? Di don Bosco però conosciamo molto e sono tanti i giovani che dal suo amore per loro adesso traggono ideali di vita e di speranza. Tra i tanti milioni di abitanti in India, facilmente trova posto la figura di Madre Teresa di Calcutta. I santi sono coloro che a base della loro vita avevano la disposizione abituale che diceva sinceramente a Dio Padre: "Lo vuoi Tu? Lo voglio anch’io. La mia volontà è la tua, perché tu mi ami immensamente e non puoi che volere il mio bene". Le loro opere a favore dell’umanità, nate ieri, sono parole vive a noi ed ai nostri contemporanei, perché partecipi dell’eternità di Dio.

Certo prove piccole o grandi non sono mancate a nessuno. Ma Colui che ha scelto la Via Crucis per portare la vita del cielo sulla terra ha camminato con loro unendoli a Sé che ha pregato accoratamente nell’orto degli ulivi, prima della passione: "Padre, se possibile, passi da me questo calice. Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà".

 

Gesù è disposto a condividere con ciascuno ogni attimo, perché la sua vita si distenda nella nostra, aiutandoci a stare nel raggio del progetto del Padre e a compiere ogni cosa in armonia con Lui. E’ così che giorno dopo giorno si aggiungono nuove pennellate al disegno che Dio ha su di noi, nuovi tasselli al mosaico della nostra esistenza che diventa sempre più nuova; è così che la nostra piccola storia diventa ora dopo ora quasi storia sacra; è così che possiamo dire di amare Dio.

 

Siamo in un tempo in cui l’uomo è tentato di sbarazzarsi di Dio, nell’illusione di realizzare una crescita personale e sociale prescindendo dal trascendente, come Dio non ci fosse, e assumendo se steso come unica misura di tute le cose.

Le conseguenze, spesso spaventose, sono sotto i nostri occhi: una società che non crede a niente e non propone percorsi sicuri, tanta solitudine e talvolta la disperazione, il degrado morale e l'incertezza del domani, la ricerca di ciò che piace senza approdare alla gioia.... C’è un bisogno immenso di proporre all’uomo d’oggi una dimensione spirituale, a cui riferirsi nelle scelte, che dia senso, unità ed armonia alle sue azioni, ai rapporti alla vita associata.

Non è dei cristiani d’oggi far vedere una scelta di fondo "controcorrente": "il sì dell’uomo a Dio", la sua volontà come punto di riferimento, che ci immette nel disegno sapiente che Egli ha su ciascuno? E’ la fondamentale risposta cristiana alla crisi di valori del nostro tempo.

Sta a noi sperimentare la validità di questa linea che scende dall’alto nella vita quotidiana, nella famiglia, nel lavoro, nei rapporti sociali, in ogni campo ed in ogni momento.

In questo "Sì" si troverebbe la strada maestra per un nuovo modo di vivere oggi da "esportare" a chi cerca sicurezza e fondamenti certi per vivere bene l’unica vita che si possiede.

E comporremo, ciascuno e collettivamente, il meraviglioso, unico ed irrepetibile mosaico della nostra vita che il Signore da sempre ha pensato per ciascuno e per l’umanità: Egli, Dio, a cui si addicono solamente le cose belle, grandi, immense, nelle quali anche ogni più piccola parte, come un atto d’amore, ha senso e splende, così come i minuscoli colorati fiori hanno il loro perché nella sconfinata bellezza della natura.

Si potrebbe dire che anche la professione ha la chiamata ad essere una scintilla della presenza di Dio nelle vicende umane: quasi una trasparenza del suo amore.

 

Sergio Zavoli, nella grande inchiesta televisiva "Credere, non credere", raccoglie questa dichiarazione: "C’è una taglia rischiosa su Dio, perché chi lo cerca compromette il proprio orgoglio, chi lo accoglie modifica i propri istinti, chi lo rifiuta mette in gioco la propria identità e la propria salvezza. Ma dov’è che posso incontrarlo? In che modo posso confrontarmi con Lui? Dove posso trovare il suo progetto?".

 

Esiste anzitutto una volontà di Dio da privilegiare sulle altre, perché così Lui vuole. Gesù venendo in terra, ha dato un comando che Egli dice "suo" e "nuovo". E’ particolarmente suo, ed è quindi tipicamente cristiano. E lo dice nuovo perché è per i tempi nuovi da lui inaugurati.

Lo ha espresso con queste parole: "Questo è il mio comandamento che vi amiate scambievolmente come Io ho amato voi". Gesù veniva dal cielo dove il legame tra le Persone della Santissima Trinità è l’amore. Desiderava dunque che gli uomini vivessero a modo della Santissima Trinità, amandosi come Li stesso ci ha amato.

E da questo amore reciproco che sono riconosciuti i discepoli di Cristo; è per esso che realizzano tra loro quell’unità che è testimonianza di Dio al mondo; è su questo comandamento che hanno valore tutti i loro atti. Dire "Sì" a Dio, attuando l’amore reciproco è dire sì al cuore del cristianesimo, è centrare il Vangelo.

Anche i comandamenti ci manifestano la volontà di Dio. "Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti" - dice Gesù . La comunità cristiana ha sempre visto i comandamenti come attuazione concreta e la verifica della carità non lasciata al facile spontaneismo della gestione individuale. Pieno compimento della legge è l’amore". L’amore infatti promuove il bene della persona che si concretizza in molti beni particolari. Dice ancora S. Agostino: "Dio ha scritto sulle tavole quella legge che gli uomini non leggevano più nel cuore".

 

Ogni parola che viene da Dio è veicolo della sua volontà. "Chi osserva la sua parola in lui l’amore di Dio è perfetto"

 

Per chi crede all’amore di Dio e lo ama, anche le circostanze svariate che condizionano la sua esistenza, non sono semplici effetti del caso o delle cieche leggi della natura o della volontà degli uomini, ma sono segni di appuntamenti con l’amore di Dio: sono tante occasioni e mezzi di cui Dio si serve per portare a compimento la nostra somiglianza con Lui. Egli si nasconde dietro tutti gli avvenimenti della vita come dietro una particolare condizione di salute, un contrattempo, un cambiamento improvviso di programma imposto dalle circostanze; dietro lo stato di vita nel quale si trova, o una prova morale improvvisa, o una difficoltà di qualsiasi genere. Si nasconde dietro al fatto di trovarsi in un determinato posto oppure accanto ad un determinato prossimo. Tutto, per colui che ama Dio, anche le stesse mancanze della vita passata, acquista un significato positivo, perché in tutte queste circostanze egli sperimenta l’amore di Dio che vuole guidarlo ad una crescita superiore. Sta scritto infatti: "Noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio".

 

C’è poi una bussola che ci orienta costantemente: è la voce interiore della coscienza. La sentiamo tutti. Dice sommessamente, ma chiaramente: fai questo..... evita invece quello. E’ un raggio che scende dall’alto e si ripercuote dentro di noi e interpreta e guida il nostro essere in conformità al pensiero divino. E’ una ispirazione di saggezza che ci vuole come Dio ci ha pensati e desidera che siamo attualmente per realizzare al tempo stesso la nostra natura, libera e capace di progresso, orientata alla pienezza nostra e all’incontro con il suo disegno sapiente e pieno di amore.

 

Chi segue il percorso tracciato dalla volontà di Dio raggiunge la libertà. E’ infatti libero dall’errore, dal male e dal condizionamento del piacere come linea di vita, dalle tendenze che spingono a scegliere secondo sensazioni e non secondo criteri obiettivi, da ciò che passa per vero perché opinione corrente, libero dalla morte.

 

La fedeltà alla volontà di Dio libera anche dalla "sindrome del tempo che manca" che genera fretta e dallo stresss. Poiché la sapienza di Dio ci dà la sua volontà attualizzandola ad ogni istante della vita, è di importanza primaria saper vivere il momento presente. Il tempo presente è l’unica opportunità che noi abbiamo di sperimentare intensamente le esperienze; quelle ancorate al passato sono ricordi di esperienze; quelle ancorate al futuro sono progetti di esperienze. Per cui una cosa non si può anticipare o posticipare. Il passato non è più. Il futuro non è ancora. Vivendo il presente, si vivrà bene anche il futuro quando sarà presente.

Giovanni XXIII viveva questa norma: "Io devo fare ciascuna cosa, recitare ogni orazione, eseguire quella regola, come se non avessi altro da fare, come se il Signore mi avesse messo al mondo solo per far bene quell’azione e al buon esito di essa sia legata la mia santificazione, senza pensare al dopo o al prima".

E presente dopo presente, vissuti con "solennità", senza essere travolti dall’ingorgo di futuri possibili e di avvenimenti ormai scaduti, si arriva "ricchi" al momento da cui dipende l’eternità.

 

Quando s. Paolo scriveva alle prime comunità cristiane, le invitava a fare della vita una lode a Dio, un atto di amore disteso nel tempo, nella ricerca costante della volontà di Dio con queste parole: "Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto".

 

 

 

C’è anche una relazione tra il compimento della volontà di Dio da parte di ciascuno e l’unità della Chiesa.

A Dio che ci ama immensamente rispondiamo cercando di amarlo immensamente. Noi non avremmo senso nel mondo se non fossimo una piccola fiamma di questo infinito braciere: amore che risponde all’Amore.

Ma come?

"Amatelo! - è scritto in una lettera. Ascoltate quello che vuole da voi in ogni attimo della vostra vita. Fate ciò con tutto lo slancio del vostro cuore".

Per amare Dio, dunque, fare la sua volontà.

 

Il nostro vivere la volontà di Dio è raffigurata efficacemente con l’immagine del sole e dei raggi.

"Guarda al sole e ai suoi raggi - è scritto in un’altra lettera. Il sole è simbolo della volontà divina che è lo stesso Dio. I raggi sono questa divina volontà su ciascuno.

Cammina verso il sole nella luce del tuo raggio, diverso e distinto da tutti gli altri, e compi il meraviglioso, particolare disegno che Dio vuole da te.

Infinito numero di raggi, tutti provenienti dalla stesso sole: unica volontà, particolare su ciascuno. I raggi, quanto più si avvicinano al sole, tanto più si avvicinano fra di loro.

Anche noi, quanto più ci avviciniamo a Dio con l’adempimento sempre più perfetto della divina volontà, tanto più ci avviciniamo fra di noi... finchè saremo tutti uno.".

Tutti una cosa sola, come vuole il testamento di Gesù. Il fare ciascuno la volontà di Dio ci fa tutti uno.

Per questo, per essere tutti uno, si esorta subito a dire il proprio "Sì" fortissimo, totalitario, attivissimo alla volontà di Dio.

"Se tutti faremo la volontà di Dio, saremo prestissimo quella perfetta unità che Gesù vuole in terra come in cielo... Su tutti Dio ha posto una magnifica stella, la sua particolare volontà su ciascuno di noi, seguendo la quale arriveremo uniti in paradiso e vedremo dietro la nostra luce camminare molte stelle".

Questo vuol dire che, vivendo la volontà di Dio, ci si trasforma sia personalmente che collettivamente in Cristo.

Già S. Pier Crisologo affermava: "Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra! Come in cielo così anche sulla terra. Allora tutto sarà cielo; allora l’unica mente di Dio guiderà tutti; allora tutti saranno in Cristo e Cristo sarà in tutti, quando tutti gusteranno e compiranno la volontà di Dio solo. Allora tutti saranno una cosa sola, anzi uno solo (Cristo) tutti" (Sermone 72)

 

Anche un altro paragone aiuta a comprendere il rapporto tra volontà di Dio compiuta e unità.

La comunità cristiana è come un mosaico. I mosaici sono fatti di una moltitudine di piastrelle e di tasselli. E ognuno di noi può essere considerato come un tassello di questo immenso mosaico che è il disegno di Dio sul mondo.

E’ importante conoscere il proprio posto, capire quello degli altri ed essere coscienti del significato della propria vita collocata nell’insieme. Da un lato risulta chiaro he se il proprio cammino venisse a mancare il mosaico risulterebbe incompleto; d’altro lato il personale impegno di ciascuno ha valore se collocato nella visuale del disegno d’insieme.

Non tutti i tasselli sono eguali: ognuno è investito di un proprio compito, come ognuno ha la propria missione e deve mantenersi fedele ad essa.

Ciascuno diventa comunione non solo per quello che comunica o dice, ma per ciò che vive integrandosi con il servizio e l’impegno degli altri.

L’amore reciproco allora non sarà soltanto occasionale: sarà attuato con la vita perché ciascuno è dono facendo il compito che il Signore ha affidato, ed è anche riamato perché alla medesima maniera gli altri vivono per lui.

Tutti siamo tasselli vivi dell’opera di Dio nella chiesa e nel mondo, tutti siamo collegati: ognuno costruisce il tutto e partecipa del tutto.

Chi ha fatto l’uomo e chi ha fatto il mondo ha disegnato un magnifico mosaico che ognuno è chiamato a realizzare attuando l’amore con la propria strada ed il proprio servizio. Dio non è soltanto Verità e Amore, ma anche Armonia e Bellezza: la sua opera è "mosaico".