UMILTÀ
Un giorno, a scuola, il professore di educazione fisica
ingaggiò una specie di gara, cioè: le ragazze che facevano più
canestri sarebbero state scelte per il campionato. Appena arrivò
il mio turno, insieme ad altre ragazze presi il pallone migliore,
ma feci solo tre canestri. Nella lezione successiva facemmo la
stessa cosa. Io avevo capito di aver sbagliato la prima volta. Allora
pensai: "Gesù vorrei fare parecchi canestri, ma m'importa
di più fare tutto per Te". Quando venne il mio turno
aspettai che le altre ragazze prendessero il loro pallone, quello
che rimase lo presi io ed era proprio il pallone migliore. Feci 12
canestri e fui molto contenta perché capii che a Dio era
piaciuto ciò che io avevo fatto. Lucia
Mercoledì la mamma ha chiesto a mio fratello di riordinare la
cucina. Verso sera, finito di studiare, sono andato a vedere la
TV, e c'era un programma che m'interessava particolarmente. Però
ho visto che la cucina era in disordine e ho lasciato perdere la
TV per mettere tutto a posto. Quando la mamma è ritornata a casa
ha detto a mio fratello che era stato molto bravo a fare la cucina;
ma a me non importava di questo perché l'avevo fatto come un
atto d'amore. Marco
Il mio parroco mi ha chiesto se la domenica potevo suonare
l'organo in chiesa, io ho accettato volentieri quella proposta,
ma, dentro di me ho pensato: tutti mi ammireranno! È stato
proprio così, quel giorno ho ricevuto tanti complimenti. Io, in
un primo momento, ho provato una gioia e un senso di
soddisfazione, ma presto ho sentito un vuoto e un dolore tanto
forte perché mi ero accorta di non aver amato Gesù, ma me
stessa. Allora gli ho chiesto perdono e gli ho detto: "Fammi
suonare solo per Te". La volta dopo ho fatto un po' brutta
figura, ma ero contenta perché avevo suonato solo per Lui. Daniela
Facevamo un gioco nel quale ognuno doveva portare alla fine
del campo un tesoro nel minor tempo possibile. Già in partenza
ho capito che gli altri sarebbero stati più veloci di me,
perché io ero più piccolo di loro. In più nella corsa uno mi
ha calpestato facendomi molto male cosi da dovermi fermare. Stavo
per sgridarlo, ma poi ho lasciato andare perché mi sono ricordato che non
importa vincere, ma amare. Alla fine quel ragazzo mi ha chiesto
scusa. John
La mamma mi rimprovera sempre perché sono motto disordinata.
Ieri, tornando da scuola, ho pensato di fare tutte le cose bene,
così ho rimesso in ordine la mia stanza, ho preparato il pranzo
e lavato tutte le tazze che erano in cucina. Ero contenta,
perché pensavo di aver fatto tutto bene invece, poi, mia madre
ha trovato tante altre cose che c'erano da fare. lo mi stavo infastidendo e
avrei voluto dirle tutto quello che avevo già fatto, ma ho pensato
che non dovevo amarla una volta sola ma sempre. E ho continuato a mettete
in ordine. Antonella
Qualche giorno fa per un motivo molto semplice ho litigato con
mia sorella, alla fine lei si è chiusa in camera e io sono
andato nella mia stanza e ci sono rimasto molto tempo. Poi ho pensato
che dovevo volerle bene come a Gesù, cosi sono andato a
chiederle scusa e abbiamo ricominciato a volerci bene. Per questo
ho sentito una grande gioia e tutti e due siamo stati molto
contenti. Antonio
La prima esperienza che ho fatto è stata bellissima per me,
perché sono riuscito a costruire un rapporto chiaro con la mia
mamma, mentre prima era rigido e chiuso. Un giorno l'ho fatta inquietare
veramente, allora sono andato in camera molto avvilito pensando:
"Non ho proprio capito niente di gen, del Vangelo!".
Sono scoppiato a piangere, però poi con coraggio mi sono consolato
un po' e mi son detto: "Va bene, ormai è successo!
L'importante è non chiudersi in se stessi". Mi son fatto
forte e sono andato da mia madre che non mi guardava nemmeno per
la tristezza. Mi rimaneva difficile chiederle scusa, ma poco
prima avevo fatto un patto di unità con mio fratello e quindi dovevo
fidarmi della sua unità e di quella di tutti i gen. Così ci
sono riuscito e subito dopo tutto e tornato normale tra me e la
mia mamma ed io ero veramente felice di essermi riconciliato con
lei. Marco
Quest'anno nella nostra classe abbiamo fatto i gruppi di
studio e così nell'ora di chimica ci siamo divisi in vari
gruppi. A me la chimica piace molto e vorrei essere tra gli
organizzatori del mio gruppo; ma c'erano due altri miei compagni
a cui piaceva molto questa materia e che volevano programmare lo studio...
Io all'inizio non ero pronto a perdete la mia idea e volevo essere io
a fare, ma alla fine ci sono riuscito e ho lasciato a loro
l'iniziativa. Ora studio gli argomenti che scelgono loro e va
tutto bene. Carlo
A casa ci sono i muratori, perché stanno rifacendo la mia
camera e quella di mia sorella. Lei voleva che la sua la
facessero più grande, per cui la mia sarebbe diventata più
piccola. Questo mi faceva un po' rabbia perché volevo che la mia
fosse la più bella, e stavo per bisticciare con lei, ma proprio
in quel momento ho alzato gli occhi e ho visto appeso alla parete
un crocifisso: Lui era lì morto per me, a ricordarmi che dovevo
dare la vita per gli altri. Ma allora che importava avere la
camera più piccola, o più grande? Importante era amare e
vivere, come Chiara, per l'unità. Allora sono corsa da mia
sorella e le ho detto: "Fai fare il muro dove vuoi, per me
è lo stesso. Elisabetta
GENEROSITÀ
Con la professoressa di inglese avevamo organizzato una gita
in Inghilterra. Questa gita costava L. 240.000. La mamma, anche
se prima si era opposta, alla fine aveva acconsentito e mi aveva
firmato l'autorizzazione e molte altre carte necessarie per il
viaggio. Il lunedì mattina, mentre tutte le altre consegnavano i soldi
alla professoressa, ho sentito che non poteva andare in Inghilterra
perché era meglio dare quei soldi ai poveri. Così tutta
contenta, senza ripensarci, sono andata dalla professoressa per
dirglielo e felice ha dato tutto ai poveri. M. Antonietta
Cecilia aveva conosciuto nella chiesa del Borgo, Ludovico, un
vecchietto ed una sera incontrandolo si fermò per salutarlo.
Questi, che cammina su una carrozzella a motore, aveva finito la
miscela e non aveva più soldi per comprarla. Cecilia non aveva
del denaro da dargli ma non poteva abbandonarlo perché anche in
lui c'era Gesù da amare, e pensò quindi di portarlo a casa
senza preoccuparsi di quello che avrebbero potuto dire i suoi familiari.
Era l'ora di cena e Ludovico non sapeva ne dove ne come cenare e Cecilia
chiese alla madre di invitarlo a restare con loro, preoccupandosi
poi di telefonare ad un volontario per poter riaccompagnare
Ludovico nella sua baracca. Cecilia ha continuato a parlare con
lui perché le sembrava importante amarlo fino in fondo; e così
vedendo che aveva abiti sporchi e mal messi lì ha portati a casa
per lavarli e ricucirli. Poi è arrivato l'autunno e insieme ad
altre gen, ha visto che la sua baracca, essendo di legno, faceva penetrare
la pioggia e così tutte insieme hanno deciso di rivestirla con
carta catramata sia dentro che fuori. Hanno visto che era anche molto
sporca e ogni tanto, ancora adesso, vanno a pulirla, facendosi
aiutare anche dalle simpatizzanti. Insieme a queste hanno
coinvolto anche Maria, una ragazza di strada che abitava lì
vicino e che aveva sempre espresso il desiderio di aiutarle in
questo lavoro. Stando con lei, le gen 3 hanno capito che questa ragazza
è sempre stata priva di affetto e cosi il minimo che possono
fare è andarla a salutare nella sua roulotte, perché questo la
rende molto felice. Giorni fa, mentre stavano pulendo la baracca
di Ludovico, è venuto un signore che abita lì vicino e dopo
averle tanto contraddette e criticate per 'l'inutile lavoro"
che stavano facendo, si e messo anche lui ad aiutarle. Cecilia
Un giorno sono andato in un bar a comperarmi un gelato e avevo
in tasca solo pochi soldi. Mentre entravo un ragazzo di 14 anni
ha inciampato con un vassoio di gelati. Io ho visto e son corso
subito a confortarlo e gli ho chiesto: "Come ti
chiami ?" e lui "Luigi". L'ho accompagnato al
bar dove faceva servizio e ho chiesto al barista a quanto
ammontavano i danni; erano di L. 950. Come fare? Mi è balenata
un'idea per la mente. Mi sono messo davanti a un supermercato e,
ho portato la merce che i clienti comperavano, facendomi passare
per un garzone. Ho messo da parte quella somma con le mance dei clienti,
poi sono andato al bar e ho saldato il conto. Il ragazzo mi è
venuto incontro e mi ha detto: "Mi ricorderò di te".
Claudio
Ieri ero a scuola, mancava poco alla fine della lezione. La
mia insegnante era andata a parlare con un'altra maestra e aveva
dato l'ordine ad un mio compagno di scrivere alla lavagna i nomi di
quelli che avrebbero disturbato, e questi avrebbero fatto un
compito in più. Io stavo disegnando, quando è venuto un mio
amico a chiedermi il temperino in prestito. Io non ho parlato, perché altrimenti
sarei stato segnalato alla maestra. Il compagno alla lavagna ha scritto
però il nome del mio amico, e allora lui si è allontanato tutto mortificato.
Prima che arrivasse la maestra sono andato alla lavagna, e ho chiesto
al compagno se poteva scrivere il mio nome al posto del suo, lui l'ha fatto.
Quando e arrivata, la maestra ha detto: "Ah, Luciano! Adesso
ti do il compito", ma dei miei compagni che avevano visto
quel che avevo fatto le hanno detto: "Guardi, che lui e
stato buono, ma ha fatto scrivere il suo nome al posto di un altro".
Allora la maestra non mi ha dato più da fare quel compito. Gian
Antonio
Un giorno mi sono incontrato con un bambino che era solo e
triste. Mi sono ricordato che dovevo amarlo. L'ho salutato e ho
parlato con lui. Mi ha raccontato che era scappato di casa per le
botte e i maltrattamenti. Era molto sporco e non aveva nemmeno le
calze, allora gli ho regalato le mie ed anche la mia maglietta.
Dopo un po' mi ha detto il suo desiderio di studiare, ma che era senza
casa. Gli ho dato appuntamento in chiesa o alla porta della mia scuola. Intanto
a casa mia ho chiesto il permesso di ospitarlo per un periodo, però
i miei non hanno voluto. Il giorno dopo non mi hanno lasciato
andare a salutarlo, neppure a dargli un paio di scarpe ed alcune
lezioni. Le scarpe gliele ho mandate da mio fratello, ho aggiunto
anche un portamonete con dei soldi affinché potesse comprarsi
qualcosa da mangiare. Avrei voluto fare qualcosa di più per lui,
ma non ho potuto perché mio fratello maggiore lo ha accompagnato alla
polizia. Malgrado questo però qualcosa ho potuto fare, le parole
che gli avevo detto: 'Dio sarà il tuo papà e Maria la tua
mamma'! rimanevano. Gli avevo regalato anche il crocifisso del mio
rosario, affinché gli parlasse tutti i giorni. E lui si è
rallegrato con me, perché gli avevo anche detto che sarebbe
andato un giorno in una casa migliore, "il cielo". Jose
di Columbia
Portai a scuola le lenticchie con un fusto di cm. 15 ed una
radice di cm. 10. O perché nessuno aveva fatto l'esperimento o
perché non era riuscito, quasi metà della classe me ne chiese
una da far Vedete alla professoressa di scienze. Volevo fate un
atto d'amore a ciascuno che me le chiedeva, e così fu. La voce si
sparse per tutta la classe e anche Ruggero e Del Vecchio vennero
insieme da me a chiedermene una. Erano le ultime due, ma le donai con
tutto il cuore anche se io sarei rimasto senza. Lucio
Quando ho saputo che andavo da mia zia mi sono portato i miei
risparmi: 1.000 pesetas. Così potevo comperare una chitarra nel
suo negozio. Quando sono arrivato in città, ho visto davanti alla
casa una vecchietta che conoscevo ed ho saputo che siccome aveva
una malattia ai denti li ha dovuti togliere tutti e non avendo
soldi non poteva rimetterli. Allora, invece di comperare la chitarra,
le ho regalato le mie "pesetas". Mia zia, quando si e accorta
di quello che avevo fatto mi ha regalato cinque dischi. La notte
sono andato a letto molto felice perché pensavo che quella
vecchietta avrebbe potuto mangiare senza difficoltà. Salvador
(11 anni) Spagna
Per S. Nicola mi è stata regalata una bella bambola. Alcuni
giorni dopo, a scuola, abbiamo ricevuta una lettera circolare
dove si chiedevano vestiti, giocattoli ed altre cose per i
bambini poveri. Così sono tornata a casa con la lettera e l'ho
data alla mamma che me ha detta: "Sì, scegli una bambola
che vuoi dare". Prima ne ho scelta una bionda, poi un'altra
e poi ho preso quella nuova, perché la trovavo talmente bella
che ho deciso di dare proprio quella ai bambini poveri. Il giorno
dopo a scuola l'insegnante mi ha chiesto: "Perché dai una
bambola così bella?". Allora io te ho risposto:
"Perché Gesù ha detto: qualunque cosa avrete fatto al più piccolo
l'avrete fatto a me. Io voglio tanto bene a Gesù in quei poveri
bambini e voglio dar loro la mia bambola più bella". Joelle
del Belgio
Era sabato sera; ero veramente stanco. Mia mamma mi ha
domandato se potevo lucidare le sue scarpe, perché l'indomani
sarebbe partita al mattino presto. Ma lì dove si trovavano
c'erano anche le scarpe del papa e dei miei fratelli. Dopo aver
lucidato quelle della mamma, mi sono fermato un attimo, ho
pensato a Gesù e gli ho detto "per Te" e ho finito di
lucidare anche tutte le altre scarpe. Luc
Recentemente mi hanno dato un compito da fare sulla nicotina e
gli svantaggi del tabacco. Quando ho saputo il tema sono rimasta
un po' stupita ed ho pensato che sarebbe stato molto difficile
svilupparlo. Quando sono tornata a casa ho cercato di fare tutta
la mia parte ed ho impiegato tutto il pomeriggio per far questo.
Alla fine ero molto contenta anche se mi sembrava che non ero riuscita
a fare un tema bellissimo . Verso sera ho sentito bussare alla porta
e sono andata a rispondere. Era una mia compagna che mi chiedeva
di aiutarla a svolgere il tema. Sono rimasta un po' indecisa
perché volevo aiutarla ma, cosa potevo dirle sulla nicotina? In
quel momento mi sono ricordata del Vangelo e subito ho pensato di
darle il mio tema ma, come facevo dopo a farlo nuovamente? La
risposta l'ho sentita dentro di me: "Qualunque cosa avrete fatto
al più piccolo, l'avrete fatta a me"; non ho dubitato più
e le ho dato il mio tema con un sorriso. Lei e andata via molto felice.
Ho cominciato a rifarlo e in mezz'ora ho finito. Alcuni giorni
dopo non ricordavo quasi più di quel tema, quando mi hanno chiamato
dalla presidenza. Ero un po' agitata perché non sapevo quale era
il motivo di quella chiamata. La preside mi ha lodato perché avevo
fatto molto bene il tema, era il più bello di tutta la
scuola", m'ha detto. E come premio mi ha regalato un libro.
Sono rimasta stupita, meravigliata. Ho potuto sperimentare l'amore
di Dio che ricompensa anche per un piccolo atto d'amore. Genina
Ho un'amica che frequenta la seconda media. I suoi genitori
sono analfabeti, quindi non possono aiutarla nello studio,
inoltre tante volte non può andare a scuola perché ha i
fratellini da accudire. Come si può immaginare non è molto brava
a scuola, perché le mancano le basi fondamentali. Per incoraggiarla
a studiare, l'ho invitata a fare i compiti a casa mia, dove c'è più
tranquillità, offrendomi di aiutarla nelle cose più difficili.
Però, visto che lei non sa fare tante cose, ho capito che dovevo
testimoniarle in modo ancora più concreto il mio amore. Ho fatto
così un programma delle cose più importanti e più elementari
che lei doveva imparare e nel pomeriggio cerco di finire presto i miei
compiti per aiutare la mia amica e farle imparare qualcosa. Lei
è molto contenta e dice: "È la .prima volta che qualcuno
si occupa di me". Maria Lucia
PUREZZA
L'altro giorno era giovedì grasso. Durante l'ora di
religione, i miei compagni hanno tanto insistito che son riusciti
ad avere il permesso dall'insegnante di poter ballare in classe, abbassando
tutte te tapparelle. Mi sono ricordato di Chiara: solo contro
tutti! Sono andato in un angolo, vicino alla lavagna, dove da una
finestra filtrava della luce. Ad un certo punto mi è venuto in
mente che non doveva pensare solo a me... Allora ha disegnato
sulla lavagna tanti cerchi concentrici (N. d. r. : è un gioco a
punteggio) ed ho invitato i ragazzi a giocare con me. In poco
tempo sono stati ben nove i compagni che me hanno seguito, lasciando
da parte il ballo. Franco
La mia professoressa ci ha detto di leggere un libro che non
era molto bello perché impuro. Mi sono messa d'accordo con la
mia assistente gen e abbiamo visto insieme che non era Volontà di
Dio leggerlo. Dopo mi sono sentita in pace, e non mi sono
preoccupata più del voto che avrei preso. Mentre tutti leggevano
il libro io cercavo di andare controcorrente, non leggendolo. È arrivato
il giorno in cui dovevamo presentare il riassunto di quel libro e sentivo che
Gesù mi metteva dentro il coraggio d'essere fedele fino alla
fine. Quando la professoressa e entrata in classe ho detto:
"Per Te", e subito ho cominciato ad amarla cancellando
quello che era scritto sulla lavagna, perché lei potesse
cominciare subito la lezione. Lei aveva annunciato che avrebbe fatto
soltanto delle domande orali sul libro, ma prima di cominciare ha
chiesto chi non lo aveva letto. Non era Volontà di Dio che io
tacessi perché sarebbe stato andare contro l'8° comandamento: "Non
dire cose false". Allora ho alzato la mano e ho aspettato
che si rivolgesse a me. Lei era tanto sorpresa e mi ha chiesto se
non avevo semplicemente finito di leggerlo e io le ho risposto:
"No, professoressa, io non l'ho letto". Si e fermata un
po' e poi mi ha chiesto il perché. Avevo paura a dirlo perché
pensavo che potevano sorgere delle persecuzioni e anche una
discussione in classe, ma per essere fedele fino alla fine, ho risposto: "Professoressa,
io non l'ho letto perché penso che questo non è un libro da
leggere". In quel momento è cominciata veramente un'agitazione nell'aula
, ma era proprio al rovescio di quello che pensavo, perché i
miei compagni erano tutti d'accordo con me. Era bello vedere
ragazze e ragazzi più grandi di me (io sono un anno avanti) dire
che quel libro non era buono neanche per loro!!! La professoressa
rivolgendosi a me ha detto: "Simone, io rispetto il tuo modo
di vedere e non ti darò zero!". Sentendo questa risposta, avevo
nel cuore la certezza che il mondo non ha bisogno di "bambine buone",
ma di bambine che vivono per Dio, e se la mia professoressa
avesse visto in me soltanto una "bambina buona" sarebbe
stato ancora troppo poco. Finita la lezione siamo uscite insieme
e mi sono accorta che lei era contenta, più contenta che se mi
avesse tolto dal raggio della Volontà di Dio su di me. Arrivando
a casa ho cercato di fare subito un "pacchettino" per
Gesù, perché tutto era Suo. Alla fine del semestre la professoressa
ha detto che per tutti quelli che avevano letto il libro avrebbe aumentato
di un punto il voto. Io, naturalmente, ero sicura di non averlo, invece,
con grande sorpresa, lei aveva aumentato di un punto anche la mia media
finale. Poi quel libro è stato tolto definitivamente dal
curriculum scolastico. Simone del Brasile
Volevo comprare un giornale dove c'era una foto che mi piaceva
tanto. Mi è poi venuto in mente però che in quel giornale avrei
trovato altri articoli un po' brutti. Così, per non lasciarmi tentare
di leggerli, non ho comperato il giornale. Il giorno dopo però
un mio amico mi ha regalato proprio quella foto che desideravo.
Peter della Germania
Il carnevale è stato un periodo molto difficile per me
perché a casa nessuno capiva il mio atteggiamento di non voler
partecipare a certe feste e danze, che non sono per niente belle
e pure. I miei fratelli volevano portarmi a tutti i costi, ed io
non sapevo come fare. Loro erano proprio seccati con me. Ad un certo
punto sono stata anche tentata di andare, per farli tacete e soffrire meno persecuzioni.
In quel momento però ho sentito Come se Gesù stesso mi dicesse dentro
di essere forte e perseverare fino alla fine. Sono riuscita ad andare contro
tutti, anche contro i miei genitori vincendo la battaglia delle tentazioni. Ho
ringraziato Maria e Gesù ed ho provato una grande gioia di esser
stata loro fedele. Maria del Brasile
Spesso vado in città per vedere quali sono i films che si
proiettano nei vari cinema. Ora in uno di questi erano esposte
per la pubblicità delle foto molto brutte. Quando sono passato
lì davanti, pensando a Gesù che ci vuole puri, ho cercato di
non guardarle. Stefan - Germania
Una volta a scuola mancava la professoressa e allora è venuto
in classe un custode, che è molto famoso, perché racconta
barzellette brutte. Allora tutti i miei amici hanno cominciato ad applaudirlo
e a dire: "Bene bene, raccontaci le barzellette!". Lui
ha cominciato subito, ed io sentivo che non dovevo ascoltartle,
Dio non voleva, perché erano contro la purezza, era contro quello che
avrebbe fatto la Madonna. Allora mi sono subito tappata le orecchie,
come ci aveva detto Chiara, e poi anche gli occhi. La mia amica
se n'è accorta e mi ha detto: "Ma che cosa fai? guarda,
senti come è interessante! " . lo ho risposto: "No,
queste non sono cose che io desidero, non sono cose che fanno per
me, non fanno per me: io voglio essere pura!". Allora anche
lei ha detto: "Sì hai ragione, hai ragione" e anche
lei, si è tappata le orecchie. Gli altri compagni hanno
cominciato a guardarci e a dite: "Ma guardatele che cosa fanno!". Dapprincipio
la mia amica si vergognava, ma ha continuato ugualmente a non
ascoltare. Tutti gli altri poi vedendo che noi eravamo contente,
anche se non sentivamo, hanno detto: "È meglio
smettere". E il custode vedendo che le barzellette non
facevano più effetto ci ha detto di studiare. Chiara
Sono uscita a fare delle spese con una mia amica. Ad un certo
punto 5 o 6 ragazzi ci sono venuti vicini e ci hanno circondato.
Si vedeva che avevano delle brutte intenzioni e noi ci siamo
spaventate moltissimo. Siamo entrate in una gioielleria lì
vicino e abbiamo chiesto aiuto al padrone. Lui e uscito fuori e
ha detto a quei ragazzi di andarsene e di non darci più noia. Ma appena
fuori dal negozio, li avevamo di nuovo dietro. Abbiamo cominciato o
correte, la mia amica e riuscita a scappare, ma io sono
inciampata e me li sono trovati quasi addosso. Avevo tantissima
paura, la strada era deserta. Allora mi sono rivolta a Gesù e
Gli ho chiesto di aiutarmi e in quel momento mi è venuto da piangere.
Sono rimasti interdetti. Allora ho cominciato a parlare; sentivo dentro
di me risuonare le parole di Gesù: "Fai del bene o chi ti fa
del male" quindi Gesù mi chiedeva di amarli. Ho detto toto
di non farlo più, di smettere di dare noia alle ragazze e loro
mi stavano ad ascoltare: poi se ne sono andati ad uno ad uno. Valeria
Il professore di storia brasiliana, un giorno, ha portato un
foglio che ha mostrato ad alcuni ragazzi della classe. Gli altri
volevano sapere cos'era e lui allora ha detto che lo avrebbe
letto a tutti. Ho capito subito che non era una cosa bella e che
se fossi restata non sarei andata controcorrente. Ho chiesto al professore
di uscire dalla classe dato che non ci sarebbe stata la normale lezione.
Lui non m'ha dato il permesso, ma io sono uscita lo stesso. Allora
mi ha chiamata chiedendomi perché non volevo ascoltare. Gli ho risposto
che quel foglio non costruiva nulla... Mi ha detto di sedermi, ha lasciato
il foglio e ha incominciato a fare lezione. Un altro giorno
quello stesso professore ha cominciato a dite cose impure. Mi
sono alzata e gli ho chiesto se doveva spiegarci qualcosa che io
avrei potuto scrivere per lui alla lavagna. Lui mi ha guardata
con un sorriso e m'ha dato subito una lezione da scrivere. Adesso tutte
le volte che lui entra in classe mi dice: "Non preoccuparti
Rosiclere, oggi farò lezione normalmente". Rosiclere del Brasile
Mi trovavo all'assemblea studentesca con due miei compagni,
avevo a fianco una ragazza di IV ragioneria con una minigonna
cortissima. Era molto attraente ed infatti molte volte mi accorgevo
di posate lo sguardo su di lei. Ad un certo punto mi sono detto:
"Sono un rivoluzionario o no?". Allora di scatto mi
sono voltato e ho detto un grazie a Gesù. Non temendo più di essere
soggiogato da quella ragazza così attraente. Enrico
MORTIFICAZIONE
Avevo un pacchetto di caramelle e volevo tenerlo nascosto,
perché in famiglia siamo cinque fratelli e se si comincia a
dividere, succede che si mangia un po' poco ognuno. Allora volevo mangiarle
di nascosto, poi ho pensato che non dovevo fare così, ma darle a
tutti perché avevo capito che dovevamo volerci bene. Allora le
ho offerte ai miei fratelli. Per fare in modo che le gradissero
di più, ho detto loro che ne avevo già mangiate abbastanza,
mentre non ne avevo presa ancora una. I miei fratelli le hanno mangiate
tutte e sono rimasti contenti cosi io ho gioito della loro gioia.
Luca
Andavo per la strada ed avevo 2.500 pesos; volevo comperare
qualcosa perché avevo fame. In quel momento ho visto un cieco
che chiedeva l'elemosina. Ho dubitato un po' se dargli quei soldi
o no, ma Gesù mi ha fatto capire che quell'uomo aveva più
bisogno di me e che dovevo dargli tutto quello che avevo. Cosi mi
sono avvicinato e gli ho dato tutto. Poi ho continuato a camminare,
non sentivo più fame ma una grande gioia, perché avevo saputo
scegliere Gesù in quel povero. Peque dell'Argentina
Un giorno, sono andata al cinema con alcune compagne. Mi ero
comprata 5 liquirizie per mangiarle durante il film (devo dire
che a me piacciono tanto anzi, ne sono proprio ghiotta!). Appena
sedute, una compagna che mi era accanto, me ne ha chiesta una e
dopo un po' un'altra, confidandomi che le era piaciuta molto. lo,
ci sono rimasta un po' male e non avrei voluto dargliene più;
poi mi sono ricordata della parola di vita che stavo vivendo:
"Sempre, subito, con gioia" ed ho pensato che dovevo
amare sempre, subito, quindi non valeva l'atto d'amore di prima,
dovevo farlo ora e con gioia. In verità me costava
un po'... e allora, gliene ho date due. Antonella
Oggi a pranzo, poiché avevo aiutato in cucina, sono arrivato
a tavola un po' più tardi degli altri. Così per me è rimasta
solo un po' di pasta. Però era così tanta la fame che non mi sarebbe
stata sufficiente. In più ci siamo accorti che mancavano ancora
dei piatti per gli altri. Allora io che all'inizio volevo tirarmi
indietro per non dare nulla, per amare i fratelli come me stesso,
ho fatto le parti con gli altri. Poi quando è stato servito il
secondo, tanti erano accorsi a prendere le patatine fritte, e
quando è toccato il mio turno non ce n'erano più. Non mi sono preoccupato
e ho continuato a mangiare. Poi è arrivato il centuplo. Infatti,
per quelli che non ne avevano prese ne sono state date delle
altre. Paolo
Alcuni giorni fa, avevo fame e ho pensato di mangiare dei
grissini; dopo aver preso il pacchetto ho visto che ce ne erano
pochi, e allora prima di aprire un pacchetto nuovo, ho preso quelli,
li ho assaggiati e il gusto mi diceva che erano di qualche giorno
o forse di qualche settimana fa. Allora ho deciso di aprire il
pacchetto nuovo, poi ho pensato che non era giusto fare così,
perché molti bambini in quel preciso istante morivano di fame. Cosi
contenta ho mangiato quelli vecchi. Annalisa
Una notte e arrivata a casa una donna, chiedeva del riso.
Siccome neanche la mia famiglia è ricca, avevamo solo il riso
necessario per ognuno di noi e se volevamo darglielo qualcuno di noi
sarebbe rimasto senza mangiare. Nessuno dei miei fratelli voleva
dare il suo; io mi sono ricordato che potevo amate quella donna
dandole il mio riso, perché giustamente quel pomeriggio, nel raduno
gen, avevo ascoltato che Dio vuote che amiamo i nostri fratelli fino
a dare la propria vita. Allora gliel'ho dato ed io ho mangiato un
po' di mais bollito. Ma ho sperimentato una gioia immensa.
Chaiyasit buddista della TAILANDIA
Una domenica mi sono alzato tardi, e ormai era ora di andare a
messa. Non sono arrivato neppure a far colazione, ma l'ho
lasciata volentieri per poter prendere Gesù Eucarestia. Roberto
Un giorno ero triste e avevo fame. In tasca avevo 50 lire,
così ho pensato di comperarmi qualcosa, poi però mi sono
ricordato che dovevo vivere la virtù della mortificazione ed
allora ho risparmiato quei soldi per metterli nella cassa gen.
Sergio
Pochi giorni fa la mia mamma non aveva più soldi per fare la
spesa; nel borsellino le erano rimaste poche lire. Non sapeva
come fare e per alcuni giorni si arrangiava dandoci o il primo o
la frutta oppure soltanto del pane. Ad un certo punto, ho
iniziato ad avere fame... Mi sono però subito ricordata che anche
Gesù sulla croce aveva provato un simile dolore quando ha gridato: "Ho
sete" e al posto della fame mi è rimasta solo la gioia di
poter essere come lui. Alle mie sorelle e ai miei fratelli però
questa situazione non andava ed hanno cominciato a brontolare. Io
sentivo che dovevo amarli ed essere pronta a dare la vita per
loro, quindi, anche se mi costava, distribuivo o facevo a meta
con loro della parte di cibo che la mamma mi dava. Dopo qualche
giorno mia sorella adiratissima ha chiesto alla mamma il perché
di tutto questo. La mamma le ha risposto che il babbo non le dava più
soldi perché li aveva spesi tutti e che lei non poteva fare
nulla. Quando il babbo è rientrato a casa, mia sorella malamente
si è rivolta a lui e il babbo le ha risposto arrabbiatissimo dicendo
che lui non ci chiedeva niente e che quindi non dovevamo
aspettarci nulla da lui. Poi è uscito di casa sbattendo la porta
e rinfacciando a mia madre due camicette che le aveva comprato
qualche tempo prima. Io ero disperata e stavo per rinchiudermi nella
mia stanza a piangere, poi mi sono ricordata che anche questo era
Gesù che veniva a visitarmi, che era il mio sposo e io volevo accoglierlo facendogli
festa. Cosi mi sono asciugata le lacrime e sono andata a consolare
la mamma che era triste dicendole che lei non aveva nessuna colpa. Quando
ho visto la mamma più serena sono andata dalle mie sorelle e ho
fatto capire loro che anziché protestare dovevamo aiutare la mamma
e non far pesare di più al papà queste cose quando era nervoso.
Quando loro si sono calmate, sono andata nella stanza dove
c'erano i fratelli più piccoli, ho giocato con loro e li ho distratti.
Non avevo però ancora fatto tutta la mia parte, perché papà se
ne era andato senza che io facessi nulla, per impedirglielo.
Allora sono rimasta alzata fino all'una di notte, aspettando che
rientrasse in casa. Quando è arrivato, ho fatto come se niente
fosse successo, gli ho preparato qualcosa da mangiare e tutto
quello che gli serviva. Piano piano il babbo si è rasserenato e
il giorno dopo e ritornato a casa con dei soldi che ha dato alla mamma
perché aveva capito che quello che aveva fatto non era una cosa giusta.
Anna
Stamattina mia madre aveva poco latte e non bastava per me e
mio fratello. Io ho pensato : "Dai Gianni! ecco
un'occasione per amare Gesù" e così ho lasciato tutto il
latte a mio fratello. Gianni
Il dottore mi ha proibito di mangiare dolci e caramelle. Per
questo la mamma evitava di comperarle. Però un giorno mio
fratellino insisteva con mamma per andare a comprare dei dolci;
la mamma gli diceva continuamente di no, perché altrimenti li
avrei voluti anch'io. Allora pensai di far contento il mio
fratellino dicendo alla mamma di comprarglieli perché io non li
avrei mangiati. Teresa
PAZIENZA
Una domenica, prima di andare in chiesa,
mia madre mi chiese di asciugare i piatti. Poi mi disse:
"Quando hai finito, portami l'apirapolvere" . Poi mio
fratello mi chiamò, mi disse di mettermi il cappotto e di andare
da mio cugino a prendergli un libro. Andai e non lo trovai, così
tornai a casa a dirglielo. Lui allora mi disse di mettere via il cappotto
e di andare da un altro mio cugino. Ci andai e riportai due libri.
Quando salii mia madre mi disse di andare a sbatterle il tappeto
e lo feci. Feci tutto per amore di Gesù. Laurie di Toronto
Mia sorella prende spesso le mie maglie, i
miei vestiti, ecc. dall'armadio e li usa. Io sono contenta ma
dopo li lascia in disordine, e qualche volta mette in disordine
anche l'armadio. Questo mi da molto fastidio e vorrei sempre
sgridarla ma so che Maria avrebbe amato, così cerco di non dirle
niente e di riordinare l'armadio quando lo lascia in disordine.
Inés
In questo periodo la mia famiglia è
cresciuta, perché è arrivata una sorellina, Anna Maria, che ora
ha due mesi. Potete immaginare la gioia che c'è in casa, ma
anche quanto ci sia da fare in più! specie per la mamma, che
deve assisterla continuamente in tutto e tra l'altro è un po'
stanca. Da parte mia spesso devo avere pazienza, o quando piange
mentre studio, o nel doverla cullare quando non riesce a dormire, rinunciando
a quello che avevo in mente di fare, come vedere la televisione o
giocare. Tutte queste cose cerco di farle con amore; però
qualche volta mi stanco, amare mi costa e diventa più difficile. Però
l'unico modo per vincere l'uomo vecchio dentro di me è sempre quello
di buttarmi ad amare per primo. La mamma non riesce a far tutto e
capita spesso che, tornando a casa da scuola, devo apparecchiare
la tavola, lavare i piatti, perché lei si riposi un po'. Con i miei
fratelli qualche volta è difficile, perché mi pare che non ce
la mettano tutta nel fare la loro parte. Mi verrebbe da mollare e chiudermi in
me stesso. Ma poi ricomincio, anche perché Chiara una volta ha detto
ai gen 3: `'Dove non c'è amore, metti amore e troverai amore". Marco
Un giorno volevo andare a trovare una
coppia di anziani che sono molto poveri. Preparai per loro anche
un pacchetto con qualcosa. Arrivata nella loro casa però mi sentii
a disagio perché era come se non fossero contenti della mia
visita. lo, lì per lì, rimasi demoralizzata dall'accoglienza
fredda che mi avevano fatto; pensai però che non mi dovevo
scoraggiare e siccome ero andata lì per amare Gesù in loro, dovevo cercare
di amarli fino in fondo. Prima di tutto diedi loro il mio piccolo
dono, poi cominciai a parlare con loro cercando di esprimermi con
molta semplicità, e di capire anche i loro bisogni. Mi accorsi
che a poco a poco cambiavano, che si stabiliva con loro un
rapporto di amicizia e che erano felici di parlare con me. Alla
fine mi chiesero se potevo tornare ancora a far loro visita, io
capii allora di essere riuscita ad amare. Cristina
Mia sorella è andata in viaggio venerdì
ed ha portato con se la borsa di sport che mi aveva regalato, per
portare le sue cose, senza dirmi niente. Quando me ne sono accorta,
ho protestato ed ho cominciato a dire che era meglio che non
l'avessi ricevuta. Ma mi sono accorto che in quel modo non ero un
rivoluzionario perché brontolavo come avrebbe fatto un qualsiasi
altro ragazzo. Da quel momento ho deciso di dividere tutto con i
miei fratelli. Sebastián di Sevilla
Stavo leggendo una mia esperienza a mio
padre quando mia madre, che era dietro di me e leggeva quel che
avevo scritto, bruscamente mi ha interrotto: "Guarda hai
fatto un errore". In quel momento, questa cosa mi ha
infastidito, perché mi sembrava più importante comunicare a mio
padre ciò che avevo scritto piuttosto che come lo avevo scritto. Così
dapprima ho fatto finta di non averla sentita, ma poi ho pensato che
a Gesù non avrei mai fatto così; allora ho smesso di leggere e
ho corretto prima l'errore. Giuseppe
Una mia compagna mi aveva dato delle
perline chiedendomi se le facevo un braccialetto. Così il
pomeriggio, dopo aver fatto i compiti mi sono messa a fare il suo braccialetto,
non avevo ancora finito quando mia mamma mi ha chiamata per
andare a mangiare. Dopo cena sono tornata in camera mia ed ho
trovato tutte le perline in terra, subito ho chiesto alle mie
sorelle se erano state loro, ma nessuna mi rispondeva allora io
stavo per spazientirmi però ho capito che dovevo essere paziente ed
ho raccolto tutte le perline per Gesù. Lucia
Avevo un compagno di scuola che per una
particolare situazione familiare, trattava sempre tutti male.
Questo suo carattere lo rendeva particolarmente antipatico, per questo
non aveva nessun amico. Per me era particolarmente difficile
stare con lui: mi dava sempre fastidio e mi prendeva in giro
così promisi vendetta. Ricordo che un giorno avevo proprio perso
la pazienza: un pugno che avevo già stretto sarebbe andato a
finirgli sulla faccia, dimostrando una volta per tutte che non ero
più debole di lui. Solo un attimo prima di far partire quel pugno riuscii
a vedere ancora una volta Gesù in lui. Un giorno mi chiese di aiutarlo
in matematica: non avrei mai voluto farlo, ma vedendo in lui Gesù
per parecchi giorni andai a casa sua a spiegargli le lezioni. Un giorno
mentre ero a casa sua mi sono ricordato che avevo un appuntamento
per le sette e questo mio compagno perché terminassimo la
lezione, mi fece uscire con molto ritardo. Ho dovuto avete
proprio pazienza, ma mentre stavo uscendo incontrai un altro amico,
in bicicletta, che mi diede un passaggio, permettendomi di arrivare giusto
giusto in tempo. Aldo
Avevo portato al Congresso un pallone nuovo
e lo prestavo ad alcune gen che me lo chiedevano. Però una volta
non l'ho più trovato al suo posto. L'ho cercato ed era tutto sgonfio
in una siepe. Allora m'è venuta dentro una grande ira e quando
sono andata a tavola non c'era Gesù in mezzo perché io ero
molto seria con tutti. Poi mi sono detta: ma se io non sono
pronta a dare un pallone, come sarò pronta a dare la vita per le altre
gen quando ce ne sarà bisogno? Ho cercato di superarmi e di
farmela passare ed ho visto che sono stata tanto più contenta e
tra noi è tornato Gesù in mezzo. Laura
Stavo tornando da canottaggio ed ero stanco
morto per l'allenamento fatto. Per arrivare a casa dovevo
prendere l'autobus. Dopo un po' di tempo ne è passato uno, ma
era già pieno, con pazienza ne ho aspettato un altro; infatti
dopo poco è arrivato ed era vuoto. Così sono salito
sull'autobus e finalmente mi sono seduto. Alla fermata successiva
però, è salita tantissima gente, anche se ero stanco ho cercato
di amare, allora mi sono alzato ed ho ceduto il mio posto. Aldy
Tempo fa ero a casa di una mia amica. Alle
l8,30 le ho detto che dovevo andar via perché volevo andare a
ricevere Gesù Eucarestia. Lei ha cominciato a prendermi in giro.
Ma non mi sono spazientita, era Gesù Abbandonato: un'occasione
di più per fargli festa. Quando stavo per uscire lei mi ha detto
che mi avrebbe accompagnata per un pezzo di strada insieme a sua
sorella, perché non credevano che io stessi andando a messa e
così tutte e due hanno incominciato a prendermi in giro. lo ho spiegato
loro come era importante per me ricevere tutti i giorni Gesù,
per poter vivere meglio il Vangelo e avere la forza di ricominciare
sempre quando sbagliavo. Loro sono rimaste colpitissime e la
domenica dopo sono venute insieme a me alla Messa e si sono confessate
dopo molto tempo. Ora vengono con me a messa quasi tutti t giorni
e leggono la Parola de Vita. Liliana
Un giorno giocavo a ping-pong con un
ragazzo, ma siccome non mi era simpatico e non sapeva giocare
volevo smettere subito. Poi mi sono deciso a volergli bene e gli ho
insegnato qualche trucco. Ho visto che così era sempre più
contento di giocare con me, e questo mi ha dato una grande gioia.
Markus - Germania
BENEVOLENZA
Era sabato e, con alcune mie amiche, avevo deciso di impiegare
il pomeriggio andando a pattinare. A mandare all'aria i miei
progetti ci pensò mio padre, il quale mi affidò un lavoro che
mi avrebbe impegnato tutto il pomeriggio. Avrei voluto lamentarmi
con mia madre e dite che non era giusto che io dovessi rinunciare
a divertirmi, ma poi pensai che quella era una buona occasione
per amare Gesù nei genitori e scacciando l'invidia che provavo
nei confronti delle mie amiche che erano a pattinare, aiutai mio padre.
Il pomeriggio trascorse con una velocità supersonica, anche se
alla sera avevo un po' di male alla schiena. Ma questo piccolo dolore
era largamente ricompensato dalla gioia che provavo per essere
stata utile a mio padre! Antonella
Tempo fa sono stata interrogata in scienze ed ho preso 7 e
mezzo. Poco dopo e stata chiamata una mia compagna. Mentre veniva
interrogata mi sono accorta che stava andando molto bene e dentro
di me ho sentito un po' d'invidia, ma volevo combatterla e le ho
suggerito una cosa, anche se controvoglia. Lei ha preso 9; dentro
di me c'era ancora l'uomo vecchio, però ho capito che dovevo combatterlo
fino in fondo; così le sono andata vicino e le ho detto che ero contenta
del suo voto. Lei mi ha ringraziato per questo e anche per quello
che le avevo suggerito. Cinzia
Una mattina, arrivato a scuola, un mio compagno mi ha chiesto
se gli prestavo un libro ed il mio quaderno. Io non volevo, ma
poi gliel'ho dato. Gesù però non mi chiedeva solo questo. Anche
un altro mio compagno aveva bisogno di me: infatti mi ha chiesto
se gli spiegavo la lezione di storia. In un primo momento gli ho
detto che avevo da ripassare anch'io qualcosa, ma poi, vedendo
Gesù in lui, l'ho amato fino in fondo e gli ho spiegato la
lezione. Ho avuto poi il centuplo, perché questo mio compagno è stato
interrogato ed ha avuto un voto positivo ed io non ho sentito
nessuna gelosia, ma la gioia. Paolo
lo sono appassionato di ciclocross e proprio quel giorno ero
pronto per fare la gara. La mattina però accusai un po' di mal
di gola. Andai a scuola lo stesso ma dovetti tornare a casa perché
avevo la febbre a 39°. Ero disperato e non sapevo come fare, ma
pensai che quella era la Volontà di Dio. Verso le 11 venne Paolo
a chiedermi se avevo qualcosa da dare per aiutare a pagare le spese
della gara, ma io non volevo dargli nulla perché non avrei partecipato. Poi pensai
che non dovevo invidiare gli altri ragazzi, ma dare tutto quello
che potevo per amarli. E allora gli detti tutti i soldi che
avevo. Alessandro
Quest'estate mio zio mi invitò a fare un giro in barca a
vela. Subito i miei genitori approvarono con soddisfazione. Però
dopo aver saputo i particolari, non furono più molto contenti. L'inconveniente
numero uno era che il viaggio si sarebbe svolto di notte e
sarebbe durato 13 ore. Io a forza di insistere ero riuscito a
convincere i miei genitori. Però dopo avevo perso lo slancio che avevo
all'inizio perché mi accorgevo che loro, anche se mi avevano
dato il permesso, non erano contenti e i miei fratelli, poi,
erano invidiosi di me. Allora pensai che era meglio rinunciare,
cosi fummo tutti più contenti. Andrea
Mia sorella doveva andare con i miei genitori in Spagna.
Volevo andarci io perché mi piaceva. Poi coi genitori si è
visto che sarebbe andata mia sorella più piccola. Ero molto invidiosa
perché lei sarebbe andata ed io no. Invece poi ho capito che
Maria non avrebbe fatto così anzi avrebbe goduto per lei. Perciò
ho incominciato a prepararle la valigia, ed amarla nelle piccole
cose. Quando è ritornata dal viaggio ,mi ha raccontato tutto
quello che aveva visto e io non ho fatto più fatica a mandare
via il mio... vizio anzi ero proprio contenta che fosse andata
lei. Mi sembrava di aver visto attraverso i suoi occhi tutte
quelle belle cose. Aurea
Avevo un buon amico. Eravamo spesso insieme ed in classe,
compagni di banco; un giorno mi ha detto: "Non voglio più
stare con te, tu non mi piaci...". Questo mi ha fatto molto
male. Ne ho parlato con un gen, che mi ha detto: "Vedi,
veramente è lui che tu devi amare di più, perché lì il tuo
amore diventa come quello di Gesù. Di ritorno a scuola, mi sono
rimesso nell'amore ed ho trovato tante occasioni per farlo
contento. E così ci siamo rimessi d'accordo. Bertrand
Ieri durante l'ora di geografia una mia compagna mi ha chiesto
se le prestavo la cartina della Spagna. Invece di accontentarmi
di dargliela, gliel'ho copiata sul suo quaderno con tutti i colori
che erano necessari. Alla fine la sua era più bella della mia ed
io ero contenta per questo. Giusi
Io vado a nuoto tre volte la settimana e subito mi sono
accorta che nel mio gruppo c'era molta invidia. Allora ho fatto
un patto con Gesù e gli ho detto che volevo amare fino a dare la
vita. Ho cominciato ad amare tutte facendo per ognuna un atto
d'amore. Ad esempio quando qualcuna aveva paura di fare i tuffi,
io andavo a farli con lei, oppure aspettavo la bambina che nuotava
più piano per evitare di farla arrivare ultima alla fine della
vasca o facevo con un'altra un esercizio noioso. Cosi piano piano
l'atmosfera si e scongelata. Anche le altre bambine hanno
cominciato a cambiare, a non parlare male l'una dell'altra, a non
essere invidiose fra loro! Ora è bello e in piscina oltre all'acqua
c'è dappertutto amore, perché ognuna ha cominciato a vivere
l'Ideale ed io ho capito che il mondo nuovo comincia anche li in
una piscina, ma soprattutto ho capito che davvero non c'è
un'occasione in un punto della terra dove io non possa amare.
Carla
LABORIOSITÀ
Stamattina il babbo mi ha svegliata, non mi volevo alzare, ma
poi ho pensato "Gesù farebbe cosi?". No, allora se io
voglio diventare come Lui devo obbedire. Sono uscita subito dal
letto e sono andata a scuola, e quando sono tornata ho aiutato la
nonna, senza che nessuno me lo dicesse, ho rimesso a posto la
cartella e sono andata in camera. Mi è venuto in mente che dovevo rimettere
a posto il cappotto e via di corsa ad attaccarlo. Mentre leggevo
la mamma è venuta a chiedermi qualcosa, volevo finire di
leggere, ma ho pensato "Sì , subito, con gioia" e mi
sono alzata. Stavo facendo i compiti quando mi telefona una mia
compagna per chiedermi le lezioni e siccome non avevo i libri per
guardare, ho fatto una decina di corse. Ci siamo salutate ed io
ho pensato: "Proprio a me doveva capitare e poi mi telefona tutti
i giorni!...". Allora mi sono subito ricordata che dovevo
amarla e mi sono detta: "Domani, se non telefona, le
telefonerò io". La sera sono andata a letto stanca ma
felice di aver amato. Annalisa
Ero sul tram ed ho visto una signora anziana carica di tre
borse molto grandi. Anche se era già tardi le ho tenuto le borse
fino alla sua stazione. Poi sono sceso anch'io e l'ho
accompagnata all'uscita dove un'altra ragazza l'ha aiutata. Alberto
L'altro giorno sono andato in gita ed ho avuto l'occasione di
fare tante esperienze: La mia borraccia era piccola e non avevo
voglia di riempirla spesso. Non volevo dare perciò acqua a nessuno,
ma poi ci ho ripensato e l'ho data a tutti coloro che me ne
chiedevano. Per riempire la borraccia si doveva fare molta strada
e attraversare alcune volte un fiume. Un ragazzo m'ha chiesto di
accompagnarlo perché non conosceva la strada. Volevo dirgli di
no, ma: ho capito che era pigrizia e allora sono andato subito
con lui. Miguel - Sevilla
Siccome in famiglia siamo tanti, quest'estate abbiamo
traslocato. La casa nuova era tutta da pulire; per collegare i
due piani e stato fatto un buco dove è stata messa una scala a
chiocciola. Come "consulente domestica" e venuta la nonna.
A me e stato affidato il compito di pulire le persiane, un lavoro che
non mi piaceva. L'ho fatto e aspettavo di poter dipingere la
scala, cosa che mi piaceva. Invece mio padre mi ha fatto
dipingere i termosifoni. Anche questo non mi piaceva ma l'ho
fatto. Intanto la scala era stata montata, ma era tutta coperta
di grasso e l'ho dovuta pulire tutta con straccio e benzina e
alla fine ho anche potuto dipingerla. Claudio
Un giorno ero appena tornata dalla ginnastica e avevo un forte
male alle gambe da... vedere le stelle. La mamma mi ha detto che
era stanca e che era bene che mettessi in ordine la credenza. Dapprima
mi sarebbe venuto spontaneo dirle che anch'io ero stanca e poi
non ne avevo nessuna voglia. Ma ho visto in lei Gesù e allora ho
detto a me stessa: "È Gesù che me lo chiede...". Mi
sono tolta la giacca e ho iniziato a pulire la credenza. Ero contenta
di poter fare felice la mamma cosi non solo ho pulito la credenza
e messo a posto ciò che c'era sopra, ma ho vuotato la
lavastoviglie, vi ho messo dentro le stoviglie sporche e l'ho
fatta andare. Poi ho preso una scopa ed ho iniziato a scopare il
pavimento della cucina e scopando non sentivo più il male alle
gambe. Mezz'ora dopo la cucina era veramente a posto. La mamma quando
è tornata mi ha detto: "Grazie, Elena, sei stata molto
brava". E questo è stato il centuplo più grande che Gesù
mi abbia mai dato. Elena
Durante l'estate ho visto che mi poteva accadere di essere
pigro con la scusa del riposo. Sapevo che Maria non lo sarebbe
mai stata. Mi sono offerto cosi di raccogliere ogni giorno la frutta
dalla campagna di una nostra vicina di casa, per vivere la
laboriosità. Bosho
Un giorno, quando sono tornata a casa dopo aver avuto un
raduno, era l'ora della cena. Dopo la cena ho lavato i piatti.
Poi sono andata nella mia camera dopo essermi lavata. In quel momento
la mamma mi ha chiesto di lavare una camicia. Ero stanca e
pensavo di dover studiare perché avrei avuto l'esame pochi
giorni dopo. Ma ho pensato che dovevo ascoltare la mamma e fare come Maria
al mio posto. Cosi ho cominciato a lavare la camicia Mentre la lavavo mi
veniva la preoccupazione per l'esame, ma ho pensato che dovevo amare
in quel momento solo Gesù perdendo tutto ed ho lavato bene la camicia affidando
tutte le preoccupazioni a Gesù ed ero molto contenta. Chiaretta
Qualche tempo fa sono stato un po' male e sono dovuto stare a
letto 3 giorni. Proprio in quella circostanza il diavolo voleva
attaccarmi con la pigrizia suggerendomi di lasciarmi andare e mi dava
filo da torcere. Ho pensato allora di vincermi scrivendo ai gen 3
assenti per aggiornarli dell'incontro che avevamo avuto in
precedenza. Cosi ho scritto cinque lettere. Questo mi e servito
molto, anche perché io sono un po' solo, essendo il più
lontano, e ciò ha contribuito a mettermi in unita con gli altri
e farmi vivere fino in fondo per Gesù. Antonio
Dato che mia mamma tardava a tornare da un incontro, d'accordo
anche con mio fratello (che e pure lui un gen 3) abbiamo
apparecchiato la tavola. Quel lavoro che ci è sempre sembrato
una cosa noiosa, era in quel momento una cosa bellissima che ci
veniva spontanea dato che avevamo messo Gesù in mezzo a noi.
Siccome la mamma non tornava, abbiamo preparato una cenetta molto
semplice e quando è tornata e stata contentissima perché era
molto stanca e dopo cena avrebbe ricevuto dei colleghi di papà,
quindi bisognava cenare presto. Dopo cena sono arrivati questi
amici di papa e i miei genitori li hanno accolti in salotto.
Allora, zitti, zitti, noi abbiamo sparecchiato, lavato i piatti,
pulito i fornelli e i ripiani delle credenze, e scopato. Quando mamma
e tornata in cucina e stata contentissima e ancora di più lo
eravamo noi. Gian Piero
Un giorno mi sono affacciata al balcone ed ho visto una
signora che stendeva la biancheria. Ad un certo punto le è
caduta una tovaglia che è andata a finire in un recinto; la
signora era anziana, vedova e senza figli. Allora sono corso, ho
scavalcato il recinto e ho raccolto la tovaglia. Subito gliel'ho
data. Allora lei mi ha detto che mi avrebbe dato un regalo ma io
non ho voluto ricompensa e me ne sono andato. Giuseppe
Il testo di Antologia adottata nella mia classe non era assolutamente valido perché, oltre a non possedere una sufficiente scelta di brani e autori predicava l'immoralità e ostentava idee politiche estremiste. D'accordo con la mia classe decidemmo quindi di proporre all'assemblea degli insegnanti, l'adozione di un nuovo testo, più adeguato alla nostra età e alle nostre esigenze . Andai tranquillamente al consiglio dei professori sicura che il compagno che rappresentava con me la classe mi avrebbe appoggiata come d'accordo; invece lui tacque ed io mi ritrovai sola davanti agli insegnanti che non erano propensi ad accettare ciò che io proponevo. Il mio compagno mi faceva segni di lasciar perdete perché, secondo lui, non era conveniente contraddire i professori. Per me, però, tutto ciò non era giusto perché sentivo di dover difendete gli interessi della mia classe e , soprattutto volevo essere coerente con le mie idee gen. Questo mi dette il coraggio di non mollare. Terminata l'assemblea, uno dei professori che fino ad allora non aveva mai parlato mi disse che aveva apprezzato molto il coraggio che avevo dimostrato nel difendere i miti principi. Dopo qualche giorno ,seppi che il consiglio aveva deciso di sostituire il testo. Raffaella