DIALOGARE NEL GRUPPO

Nel mondo in cui viviamo esistono tensioni . nell’uomo: tra corpo e spirito ( edonismo e spiritualismo). nella famiglia ( tra uomo e donna, tra genitori e figli). negli stati ( tra nord e sud ). nella Chiesa ( laici e presbiteri….)

La medicina per queste tensioni è l’unità, una strada per arrivare all’unità è il dialogo.

Dialogo inteso come capacità di uscire da se stessi per incontrare gli altri. Dialogo come spazio di novità in cui accade l’avvenimento di una terza realtà: l’unità. L’evento dell’unità permette ai due di uscire dalla solitudine, di non entrare in conflitto, di non fondersi in una situazione impersonale. La nostra patria non è né l’individualità sola ( anche il gorilla è un individuo!), né una collettività anonima (anche il termitaio è collettività!), ma proprio lo spazio di novità che si apre tra me e l’altro. Ed è questo terzo – il rapporto – che permette di uscire dalla solitudine e dal conflitto. Questo terzo ha un volto : è lo Spirito del Risorto tra noi. Dialogo è dia-logos ( = la parola tra i due) Gesù in mezzo dono dell’amore reciproco. "Dove due o più sono uniti nel mio nome io sono in mezzo a loro." Mt. 18,20 Nel dialogo non c’è nessuno che può ritenersi possessore della verità, come se la verità fosse una dottrina che qualcuno conosce e altri no o una cosa che qualcuno possiede e altri no. La verità è l’evento di Gesù morto e risorto che già sempre ci precede, accade tra di noi e ci chiama al suo riconoscimento sempre da rinnovarsi ed alla sua sequela. Non noi possediamo la verità, ma la verità possiede noi quando siamo disponibili alla ricerca, al metterci in cammino insieme e soprattutto ad una creazione comune donando le proprie ricchezze, i propri doni. . La verità è come un gioco che si realizza se noi siamo disposti a giocare, ma soprattutto è il gioco che gioca noi. Non siamo noi all’origine del gioco, ma piuttosto dipende da noi lasciarci coinvolgere nel gioco che già è là. ( Aldo Giordano, Gens. n.3/4 ,anno 91,p.89 – 90)

Fondamento: siamo capaci di dialogo perché creati a immagine e somiglianza della Trinità. Dio è Amore, Comunione, è Padre Figlio e Spirito Santo. Il Padre e il Figlio si donano la vita totalmente e questo donarsi genera lo Spirito Santo; Dio è totalmente unità e distinzione.

 

Condizioni per il dialogo, per accogliere l’altro:

Responsabilità: dare una risposta al suo appello, uscendo dall’indifferenza e dal disimpegno.

Disinteresse : amore gratuito, senza intenzioni di possedere l’altro.

Prendersi cura: che non è un sostituirsi all’altro, ma un "farsi uno", far sì che l’altro sia.

Gesù ci ha dato l’esempio: ha dialogato con tutti: Zaccheo Lc.19,2 ; Levi Mt.9,9 ; Samaritana Gv.4,7…..

 

" Gareggiate nello stimarvi a vicenda" (Rom.12,10)

Alcuni suggerimenti pratici per dialogare nel gruppo

Ascolta attentamente e cerca di capire le ragioni degli altri.

Non interrompere chi sta parlando e non contraddire in modo arrogante o con formule assolutamente negative.

Usa, se puoi, un cordiale umorismo; l’ironia riservala a te stesso.

Parla francamente della tua esperienza, non del "sentito dire".

Usa preferibilmente la strategia assertiva, propria di chi non vuole imporsi, ma è alla ricerca di un accordo.

Interpreta il discorso degli altri senza pretendere di leggere le loro intenzioni.

Cerca di centrare il discorso mettendolo a fuoco con termini chiari e in tono pacato.

Non monopolizzare il tempo: non ripetere il già detto, sii curioso di conoscere il pensiero degli altri, perciò se non sai più cosa dire, smetti subito di parlare!

Se ti sembra che il tono della riunione stia calando, non estraniarti, ma tenta di dare il colpo d’ala.

Se non sei d’accordo su qualche argomento esponi le tue ragioni con buon umore: ti sarà più facile capire i messaggi non verbali degli altri.

Evita il commento privato con chi ti è vicino, abbi il coraggio delle tue idee anche se non sei un oratore nato.

Liberati subito da pensieri di giudizio sugli altri o da astiosa critica sulle loro opinioni: la tua partecipazione diventerà più sincera e anche più vera.

Ricorda che ogni gruppo, anche il più riuscito, deve respirare con due polmoni: la pazienza e il perdono.

Cerca solo la verità nella carità, essa sola ti farà libero dalla paura degli altri e dalla sopravvalutazione di te stesso.

Infine fa il possibile per valorizzare il positivo che è emerso dal dialogo comune e, se ne è il caso, proponi di tradurlo in qualcosa di concreto.